Ora è ufficiale: gli esami di maturità per l'anno scolastico 2019/20 sono stati annullati. Ecco le opinioni che hanno arricchito il dibattito
Per quest'anno in Ticino gli esami di maturità alle scuole del Medio superiore sono annullati. La decisione del governo, giunta poco fa, è stata preceduta da un intenso dibattito tra favorevoli e contrari all'anullamento.
Riportiamo di seguito la replica del direttore del Decs Manuele Bertoli e la presa di posizione del Ppd e Plr pubblicata sul edizione cartacea odierna de 'laRegione'.
di Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (Decs)
La presa di posizione dei presidenti cantonali e dei capigruppo in Gran Consiglio del Plr e del Ppd sul tema pubblicata ieri da questa testata mi offre l’occasione per meglio precisare le motivazioni che hanno spinto il Consiglio di Stato ad annullare gli esami di maturità.
In primo luogo mi sia permessa una precisazione. È proprio rifacendosi al principio di responsabilità, la stessa responsabilità evocata alla fine del testo sopraccitato, che il Governo ha ritenuto doveroso anteporre la preservazione della salute di studenti e docenti e la certezza del risultato al ‘rito’ degli esami, evitando una prova finale certo simbolicamente importante, ma sostanzialmente non indispensabile. In questa, come in tutte le situazioni affrontate durante la pandemia da Covid-19, il Consiglio di Stato ha dovuto essere pragmatico, ponderando il complicato equilibrio fra priorità, rischi ed effetti negativi.
Il Governo, durante l’intera crisi che tanto ha provato e sta ancora provando l’intera cittadinanza, ha chiamato più volte i cittadini ad assumere un comportamento responsabile: ebbene, annullare gli esami di maturità, che non condizionano l’esito complessivo di un percorso comunque lungo e selettivo, risponde proprio a questo principio.
Gli studenti delle medie superiori che avrebbero dovuto sostenere gli esami sono complessivamente più di mille, un numero che rende praticamente impossibile organizzare le prove di esame rispettando i provvedimenti decisi dal Consiglio federale per combattere il Coronavirus e che rende molto problematica un’organizzazione alternativa della fine dell’anno scolastico qualora tra un paio di settimane la curva pandemica dovesse tornare a risalire. Del resto lo stesso Consiglio federale ha annullato, perché di sua competenza, gli esami di maturità professionale. Non solo. I Cantoni che rappresentano oltre due terzi dei maturandi in Svizzera, tra cui Zurigo, Basilea, Berna, Vaud, Ginevra, hanno a loro volta deciso (o stanno decidendo in questi giorni) di annullare questi esami, decisione che nel sistema svizzero compete ai Cantoni.
Il Governo ticinese non ignora affatto la componente rituale che coinvolge la prova finale a conclusione del percorso liceale, anche se va detto che solo 5 discipline su 14 sono oggetto di esame. Si chiama ‘maturità’ non a caso e come tutti i processi individuali comporta alcune fasi di passaggio. Per contro, ne sono certo, tutti si rendono conto di come questo periodo davvero eccezionale ci abbia confrontato, studenti compresi, con una realtà nella quale le paure, il dolore, le incertezze e le incognite per il presente e per il futuro hanno convissuto e convivono ogni giorno nelle famiglie ticinesi. Anche questa è stata, ed è tuttora, una prova di maturità che va ben oltre le pur necessarie nozioni formative.
In un contesto complesso e difficile, che ha costretto anche la scuola a rinventarsi con le lezioni a distanza, è illusorio credere che questa pur importante e riuscita operazione, nella quale si è fatta di necessità virtù, possa sostituirsi alle lezioni in presenza. Non tanto per una questione didattica, più o meno riuscita almeno nella stragrande maggioranza dei casi, quanto piuttosto per la parità di trattamento insita nella scuola in presenza, che quella organizzata per via telematica è invece lontana dal garantire. Le disuguaglianze economiche e sociali sono una realtà di cui non si può non tener conto, se vogliamo dare a tutti i giovani uguali condizioni di partenza, e l’istruzione ne è certo un tassello fondamentale. Con o senza i riti di passaggio.
di Fiorenzo Dadò, Bixio Caprara, Maurizio Agustoni, Alessandra Gianella, presidenti e capigruppo Ppd e Plrt
L’ipotesi di annullare gli esami finali di maturità liceale ventilata negli ultimi giorni ci lascia molto perplessi. Vediamone alcuni motivi.
Primo. La maturità è un appuntamento importante nel percorso formativo dei nostri giovani. La stragrande maggioranza di chi frequenta il liceo si prepara agli studi accademici. Concludere la formazione liceale con gli esami consente di vivere un’esperienza preziosa in funzione dei successivi appuntamenti caratterizzati da un susseguirsi di esami. Si acquisisce la capacità di pianificare il proprio studio in modo autonomo e responsabile, si impara a gestire le proprie emozioni nell’esporre le competenze e le conoscenze acquisite. Banalizzare gli esami a mo’ di rito non è rispettoso nei confronti della scuola quale istituzione così come manda un pessimo segnale agli studenti. Non tiene neppure la spiegazione che tanto non boccia più nessuno; oppure si pensa che visto che agli esami finali di medicina i bocciati sono rari tanto varrebbe abolirli?
Secondo. Ci è stato detto che la scuola nelle sue molteplici componenti, in particolare docenti e allievi, si è molto impegnata per assicurare la formazione a distanza in queste ultime settimane. Se così è stato, e non abbiamo motivo di dubitarne, allora vi sono le premesse qualitative per preparare una verifica di quanto acquisito in quest’ultimo scorcio scolastico ma soprattutto nei tre anni e mezzo precedenti. Perché non premiare questo impegno con una risposta istituzionale altrettanto responsabile?
Terzo. Nasce l’impressione che la rinuncia è stata decisa in modo frettoloso e prematuro in un momento in cui la crisi pandemica non dava grandi segnali di rallentare. Magari per il timore, senz’altro giustificato, di dover interrompere le prove a metà. Non si potrebbe prevedere almeno un paio di scenari alternativi? Se la curva pandemica rimane sotto controllo, gli esami si potrebbero svolgere regolarmente nel rispetto delle distanze sociali visto che gli spazi non mancano di certo. Nella denegata ipotesi contraria, non rimarrebbe ovviamente che l’annullamento degli esami senza ovviamente penalizzare gli allievi e riconoscendo loro le note acquisite. Ma perlomeno avrebbero fatto il percorso di preparazione in modo serio e corretto quasi fino alla fine. Semmai per limitare i rischi ci si potrebbe chiedere se non ridurre e semplificare un po’ limitandosi magari ad alcune materie. In fondo è quanto è stato deciso per le prove di maturità dei privatisti i cui esami finali sono stati mantenuti. Quarto. Anche quest’ultima osservazione presenta un’evidente disparità di trattamento tra privatisti e liceali che convince poco. Se esiste un problema sanitario nello svolgere gli esami allora questo dovrebbe toccare tutti allo stesso modo.
Dunque ripetiamo che organizzare un esame scritto nel rispetto delle distanze sociali non sembra essere un problema insormontabile visto il Ticino in prossimità delle diverse sedi liceali offre palestre, padiglioni espositivi e palazzetti che offrono alternative certamente praticabili. Il Governo durante la crisi ha richiamato più volte i cittadini ad assumere un comportamento responsabile, auspichiamo che la scuola faccia altrettanto.