Ora chi ci governa deve dire cosa succederà oltre il 19 di aprile. Spero molto in un graduale allentamento dei divieti.
I dati parlano chiaro. La situazione Covid-19 sta volgendo al bello in Ticino: rallentano i contagi e i dimessi sono aumentati. Questo grazie all’ottimo lavoro di tutti: i governi che hanno saputo gestire l’emergenza sanitaria; la popolazione che, anche se con molta difficoltà, si è impegnata a rispettare le direttive di igiene e di distanza sociale. Si è sventato il collasso del sistema sanitario. Questo è un primo grande successo! Ma dell’economia possiamo dire lo stesso? Scongiuriamo una recessione grave. Ogni giorno è un “giro di vite” del mondo economico. E più le limitazioni imposte durano nel tempo e tanto più sarà difficile la ripresa. Per “mondo economico” intendo anche le altre sfaccettature che lo costituiscono come la scuola, la cultura, lo sport: la società tutta con le sue emozioni. Lavoro ridotto, indebitamenti, depressioni, malumori, sarà sempre più difficile ritornare a respirare. La recessione con un forte aumento della disoccupazione è dietro l’angolo: oggi in Svizzera oltre il 25 % della popolazione attiva è a regime di lavoro ridotto, in Ticino già stiamo superando il 40%. Più preoccupante è il fatto che alcune ditte iniziano a licenziare persone perché non vedono una prospettiva di rinascita, di sviluppo futuro.
Lo Stato è intervenuto pesantemente nel limitare alcune delle nostre libertà fondamentali costituzionali. Questo oltre che a pesanti danni economici ha portato ad un sentimento di insicurezza e il suo perdurare danneggerebbe il tessuto sociale e economico. Il Consiglio federale è già intervenuto con tempismo in soccorso dell’economia con l’introduzione del lavoro ridotto e con facilitazioni massicce al credito per le aziende bisognose. Ma questo non sarà sufficiente. Occorrerà prevedere pure dei contributi diretti, necessari alla copertura dei costi fissi per le ditte che da settimane non incassano un franco. E questo per evitare fallimenti a catena.
È soprattutto auspicabile ora che il Consiglio federale, in armonia con il nostro Consiglio di Stato, elaborino dei possibili scenari di uscita da questo dannoso ingessamento dell’economia e della vita sociale. Il nemico lo conosciamo tutti meglio, ora. Penso che, in modo graduale, si possa perlomeno iniziare a discutere su questi scenari di ripartenza e (in futuro) di rilancio, magari con uno strutturato e consistente programma di investimenti pubblici. Occorre però farlo ora. Occorre adesso infondere fiducia alle famiglie e alle aziende. Ora chi ci governa deve dire cosa succederà oltre il 19 di aprile. Spero molto in un graduale allentamento dei divieti. Tutti ne abbiamo bisogno. Con l’aiuto del buon senso, adesso dobbiamo trovare il compromesso tra salute, economia e società.