Non c’è il lago e la tradizione turistica del Ticino come primo Sud è poco marcata. C’è altro nel nostro Comune di Bellinzona, per fortuna non meno attrattivo delle palme e del sole: un centro cittadino ai piedi dei tre castelli Unesco, le cave di pietra, i vigneti, il ponte tibetano Carasc, il convento di Claro, Prada, i Fortini della fame, la Valle Morobbia, il piano di Magadino agricolo, il fiume Ticino riportato a uno stato più naturale, la collina e la montagna, tutti i suoi paesi da scoprire... un territorio diversificato e ricco di storia, di cultura e di attività. Per poter fare apprezzare la nostra regione ai/lle visitatori/trici, siamo noi a dovere viverla con le emozioni che ci procura e che, lo spero, ci rendono tutti/e orgogliosi/e di farne parte.
Siamo noi Bellinzonesi responsabili della qualità di quest’accoglienza, che passa dalle attrattive da visitare, dalle abituali strutture di alloggio e di ristorazione, dai prodotti locali, dall’animazione e dai divertimenti presenti nella regione ma, soprattutto, dalla nostra ospitalità: sorriso sì ma anche disponibilità e professionalità. Tutte le destinazioni vogliono un turismo di qualità ma poche si preoccupano a sufficienza della qualità della loro offerta.
Il Comune di Bellinzona sta dimostrando chiaramente la sua volontà di essere “operatore attivo” con investimenti cospicui, che incrementano l’attrattiva turistica di tutta la regione, e con la convinzione che le attività economiche private non mancheranno di prendere la palla al balzo migliorando decisamente la qualità dei loro prodotti e servizi. Questo atteggiamento pro-attivo del Comune è da salutare positivamente e lo slancio preso non è da bloccare e nemmeno da rallentare.