In questa campagna elettorale viene ripetuta come un mantra l’importanza della creazione di posti di lavoro qualificati. Argomento che per molti rappresenta la soluzione per tutti i problemi, mettendo in ombra gli altri temi. Dietro questo tema, spesso si nasconde però una pianificazione del territorio poco accurata, vittima della lobby dell’edilizia e della speculazione immobiliare.
Prendiamo ad esempio il nuovo quartiere delle officine: che cosa hanno a che fare i nuovi appartamenti per 2500 persone con i posti di lavoro qualificati? Perché creare un quartiere con negozi se a due passi c’è il Viale Stazione con tanti negozi sempre vuoti e molti spazi sfitti? Ma dobbiamo soprattutto chiederci quali saranno i modelli di lavoro del futuro.
La tecnologia delle comunicazioni sempre più avanzata consente già oggi di eseguire molte mansioni comodamente da casa quasi ovunque nel mondo. Per molte ditte, il modello classico con un “quartiere generale” in cui lavorano tutti i collaboratori sarà presto superato, per cui il luogo dove si sceglie di abitare e la sua qualità di vita assumeranno un’importanza sempre maggiore. Non dimentichiamo che un’economia sostenibile implica molte piccole imprese gestite e dirette dai cittadini stessi.
Dunque, la priorità per la città non deve essere per forza quella di attirare a tutti costi grandi ditte che se ne andranno non appena troveranno un posto migliore; la priorità deve invece essere quella di favorire un ambiente nel quale gli abitanti possano creare il loro posto di lavoro. Una pianificazione del territorio sostenibile e la creazione di posti di lavoro qualificati vanno di pari passo: la città deve investire in entrambi!