Il 2030 è dietro l’angolo e in Ticino ci saranno 12’000 ultraottantenni più di oggi (+50%). Sono previsti 1'180 nuovi posti letto nelle case per anziani, ma in proporzione alla popolazione anziana ce ne saranno meno di adesso! Per promuovere la permanenza al proprio domicilio più a lungo possibile il Cantone prevede un aumento del 62% delle ore d’assistenza e cure a domicilio e un maggiore riconoscimento del ruolo dei familiari curanti. La permanenza a domicilio non è però priva di problemi.
Con il processo di “fragilizzazione”, isolamento e solitudine potrebbero prendere il sopravvento. Non dimentichiamo che gli anziani di domani hanno meno figli di quelli attuali. Dopo un’eventuale ospedalizzazione e un breve soggiorno di riabilitazione entrambi limitati nel tempo dalle varie disposizioni assicurative, il rientro a casa non ancora in piena forma potrebbe rivelarsi difficoltoso e traumatico.
La volontà politica di mantenere a domicilio le persone anziane più a lungo possibile dovrebbe spingere all’urgente creazione di strutture ricreative socio-culturali intergenerazionali di quartiere che offrano occasioni quotidiane di aggregazione, come pure di altre forme abitative comunitarie, se possibile con la presenza nel quartiere di un operatore socio-sanitario. Ma soprattutto ci vorranno misure compensatorie alla diminuzione proporzionale di posti nelle strutture. Tra queste, il servizio di “Telesoccorso” offerto gratuitamente dal Comune e/o dal Cantone, potrebbe mettere tutti gli anziani che ne avranno bisogno nella condizione di condurre una vita autonoma più a lungo con maggior sicurezza, sapendo di poter contare, in caso di emergenza, sull’intervento professionale e tempestivo di personale formato e preparato a casa loro, 24 ore su 24, sette giorni su sette, tutto l’anno.