Dai dati ufficiali, la densità della popolazione non è cresciuta come sperato e Bellinzona è il terzo comune per tasso di sfitto in Ticino. In questo furore edilizio si continua a costruire senza pensare all’elemento umano. La pianificazione urbana nel nostro comune per il momento non ambisce a una progettazione dello spazio urbano sostenibile sul piano ambientale, sociale e culturale. Il progetto dei quartieri sostenibili a valenza partecipativa potrebbe essere una proposta a livello comunale per creare maggior sicurezza e qualità di vita nella grande Bellinzona. Esperienze sono già state fatte con successo in alcuni quartieri di città Svizzere, grazie a un programma dell’ARE a cavallo tra il 2011 e il 2017, “Projets urbains”. L’approccio urbano comunale dovrebbe declinarsi in tempi stretti su un modello integrato che tenga in considerazione i vari livelli d’intervento, dall’alloggio alla pianificazione urbana, dai trasporti alla sicurezza, dalla politica sociale a quella d’integrazione. La creazione di Case di quartiere sono un primo passo per la realizzazione di quartieri sostenibili ossia luoghi di prossimità polivalenti a seconda del bisogno emerso dai quartieri stessi. L’esperienza di alcuni cantoni delle maisons du quartier ha portato ad un consolidamento delle relazioni tra gli abitanti, creando forme spontanee di aggregazione e di controllo senza passare da azioni repressive della polizia o di stigma di alcune fasce di età. Alcuni quartieri hanno guadagnato in visibilità e sicurezza. Porterebbe ad una diminuzione della precarietà e della povertà, della devianza giovanile e della violenza famigliare. Il sentimento di sicurezza cresce quando la società si incontra e si conosce. Ma bisogna pensarci ora.