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Premi di cassa malati: ci vuole una lobby dei cittadini

Andrea Manna, su laRegione, in relazione al tema dell’aumento dei premi di cassa malati, si è giustamente chiesto per quali motivi, a fronte di una doppia stangata 2023/2024, così poche persone abbiano deciso di scendere in strada a protestare. Siamo veramente un Cantone disilluso? Certo, c’è chi non crede più a nessun partito e pensa che la politica si sia arresa.
Ma sono i cittadini che scelgono i loro rappresentanti. Puoi anche non occuparti di politica (e non votare: è un tuo diritto) ma la politica si occuperà comunque di te, come affermava un noto statista.
In queste settimane abbiamo sentito enumerare molte ricette per curare il sistema malato.
Vi è chi, a Berna, invoca l’immissione nel sistema sanitario di diversi miliardi ma non spiega dove intende prenderli; chi invoca il budget globale annuale ma non spiega chi pagherà le prestazioni quando quel budget verrà superato; vi è chi propone una cassa malati unica, ma il tema non è ancora stato affrontato e approfondito e lo stesso ministro socialista della sanità Alain Berset non crede che risolverà il problema; chi propone di promuovere i medicinali generici, ma i farmaci sono solo una piccola parte dei costi, e chi parla di cartella informatica quale panacea di tutti i mali…
E nel frattempo? Nel frattempo, in Ticino 105'000 persone su 350'000 beneficiano di un sussidio per pagare i premi, e premi per circa 20 milioni di franchi non vengono pagati dagli assicurati morosi, e sono quindi coperti dai Comuni e dal Cantone con le imposte dei contribuenti. Dall’altra parte ci sono quasi 250'000 persone che non ricevono sussidi: fatte salve le fasce benestanti, moltissime di loro – persone sole, coppie o famiglie – faticano a far quadrare i conti ogni fine mese.
Rammento poi che oggi i Comuni, e quindi i cittadini, si assumono l’80% del disavanzo del settore case anziani e dei servizi di aiuto domiciliare, con importi destinati ad aumentare visto l’invecchiamento della popolazione. Se poi si aggiungono altri costi “obbligati” la situazione per le cittadine e i cittadini di questo Cantone non è per nulla facile.
Si sono giustamente privilegiate le cure ambulatoriali a quelle stazionarie, ma le prime, che sono in forte crescita, sono interamente finanziate dagli assicuratori malattia tramite i premi, mentre le seconde sono finanziate al 55% dai Cantoni e quindi con le imposte dei contribuenti e dal 45% a carico degli assicuratori. È anche per questo che i premi aumentano più dei costi.
I progetti Efas (finanziamento unitario prestazioni sanitarie) e il tariffario Tardoc (che dovrebbe sostituire il Tarmed in vigore da 30 anni), solo per citarne due, sono pendenti da anni sul tavolo del Consiglio federale, ma non hanno mai trovato concretizzazione. Intanto, le casse malati possono acquistare quote azionarie di prestatori di servizi, e quindi passare dal ruolo di controllore a quello di controllato, possono investire in borsa e perdere i loro (i nostri) soldi.
A Berna i lobbisti hanno avuto buon gioco e sul tema delle casse malati assistiamo da anni a un’indegna recita allo scaricabarile tra tutti gli attori coinvolti. Negli ultimi 25 anni i costi della sanità nel nostro Paese sono aumentati dell'80%, ma i premi del 146%. È dunque poco sensato fucilare il sistema sanitario, peraltro altamente performante in Svizzera. È invece il sistema di finanziamento delle prestazioni LAMal che deve essere completamente riformato. Occorre fissare un premio di base in funzione dell'effettivo andamento dei costi della salute dell’anno precedente e riscuotere un premio a conguaglio una volta contabilizzato tutti i costi effettivi dell’anno precedente per garantire la massima trasparenza.
Di fronte a questa situazione c’è solo una speranza: che la lobby dei cittadini, della gente comune, che non sa più a che santo votarsi, trovi voce nella politica. E che qualcuno a Berna si renda finalmente conto che chi non è ricco o non usufruisce di sussidi fa veramente fatica.