Dib. elettorale

‘Junge Tat’. No grazie

Sabato 30 settembre a Bellinzona estremisti di matrice neonazista sono tornati in Ticino, issando striscioni contro gli immigranti sulla torre di Castelgrande. Il blitz a opera dell’organizzazione “Junge Tat” è semplicemente ripugnante. È ignobile che nel 2023 ci siano ancora persone e organizzazioni politiche che esplicitamente idealizzano la più triste pagina di storia del ’900, quella del terzo Reich.
Il nostro cantone, negli anni ’40, si è diviso fra chi simpatizzava per i dittatori di allora e chi combatteva attivamente le loro pericolose ideologie. Fra chi si opponeva al fascismo e al nazismo vanno ricordati i radicali ticinesi che, con il quotidiano ‘Il Dovere’, si ribellarono con ogni mezzo alla perigliosa deriva che sembrava condurre il Ticino a una svolta culturale densa di insidie. I radicali, in quegli anni, unitamente ai socialisti e ad altri gruppi spontanei, difesero personaggi coraggiosi che, in Italia, in Germania e in mezza Europa, venivano perseguiti poiché dissidenti e oppositori di quei regimi.
Sono orgogliosa che quella famiglia politica, i radicali, sia parte integrante del mio indirizzo politico, poiché è anche grazie ai loro ideali e al loro impegno se –nel secolo scorso – si è riusciti a contrastare il potere illiberale di quei regimi e ad arrestare il diffondersi di ideologie fondate sull’odio razziale. Furono i radicali a mobilitarsi per ospitare e aiutare molti ebrei, dissidenti politici, oppositori (come ad esempio Bassanesi) e intellettuali, minacciati di persecuzione e di deportazione nei campi di concentramento.
Il 21 settembre, proprio in quest’ottica, ho organizzato a Biasca una conferenza sul pensiero radicale e la sua storia (relatori Giovanni Merlini e Virginio Pedroni, moderati da Giò Rezzonico), e ho aperto la serata leggendo un bellissimo testo di Enrico Diener che ricordava la passione e l'intelligenza politica di un grande radicale come Plinio Verda. Quella serata mi ha vieppiù convinta che il motivo per cui il Ticino – dal dopo guerra fino al 2011– ha sempre riconosciuto il Plr come primo partito, risiede proprio nel fondamentale contributo dato dai radicali all’affermazione della democrazia e dei diritti: beni preziosi e irrinunciabili che personaggi come Plinio Verda e Franco Zorzi hanno sempre difeso strenuamente. Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre origini radicali e riappropriarci della nostra storia. E chi testimonia sensibilità verso il prossimo e condivisione della sorte, ha ancora molto da dire e da dare al nostro cantone.

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