Durante il dibattito elettorale del 12 marzo hanno chiesto alla compagna Ferrari se “Donbass e Crimea dovessero tornare all’Ucraina”. Una domanda provocatoria, che elude le nostre istanze pacifiste per dipingerci come servi della Russia; la si potrebbe porre al massimo al Partito Comunista ucraino. Questo è tuttavia bandito dal 2015 e i suoi militanti subiscono abusi autoritari che vanno fino al sequestro e alla tortura (caso dei fratelli Kononovich, per cui la Gioventù Comunista ha svolto una campagna di solidarietà). È insomma un’immagine di Kiev un po’ lontana da quella di utopia democratica mediatizzata da più di un anno. È importante ora sostenere la neutralità svizzera per costruire la pace, fermare il massacro e l’austerità imposta all’Europa.
Un caso locale di austerità riguarda invece le pensioni dei dipendenti statali, che mancano di fondi. Mentre i liberisti si scandalizzano per delle misure compensative che vadano contro il dogmatismo individualista per il quale non bisogna “passare alla cassa” per i problemi altrui, è bene ricordare che questi lavoratori hanno svolto un servizio per la collettività, versato i contributi e ora dovranno comunque pagare ancora per assicurarsi la pensione che gli spetta. Un discorso egoistico, ma coerente, porta invece a delle conclusioni altruistiche: oggi sono gli altri in difficoltà, ma domani potresti essere tu; aiutare il prossimo è anche aiutare sé stessi, giacché fonda la fiducia per un rapporto mutualistico. Qualcuno lo riassumeva in “fare agli altri ciò che vuoi sia fatto a te”.
La lista 5 difende la neutralità per promuovere la pace e l’indipendenza dal blocco euro-atlantico e al contempo combatte le derive liberiste in favore della tutela del lavoro e del servizio pubblico.