Massimiliano Ay: ‘Puntiamo ad avere ancora due deputati, senza fare un’opposizione urlata’. La lista sarà condivisa con il Partito popolare e operaio
«Vogliamo conservare i nostri due seggi in Gran Consiglio e portare avanti con unità e coerenza le nostre idee: neutralità, lavoro e servizio pubblico». Con questo obiettivo il Partito comunista (Pc) ha presentato candidati e programma in vista delle elezioni cantonali del 2 aprile. «Respingiamo la visione che ci etichetta come un partito ‘giovanilista’», ha spiegato il segretario del Pc (e candidato uscente) Massimiliano Ay. «Non siamo meteore. Abbiamo una storia decennale e il lavoro svolto negli ultimi anni, con un centinaio di atti parlamentari presentati, lo dimostra». Insieme ad Ay sulla lista per il governo – condivisa come anche quella per il parlamento con il Partito popolare e operaio (Pop) – ci saranno pure: Lea Ferrari (granconsigliera uscente), Alberto Togni (consigliere comunale a Gordola) e, per il Pop, Gianfranco Cavalli (segretario politico del Partito popolare e operaio). A loro, come anticipato dalla ‘Regione’ nelle scorse settimane, si aggiunge Marco Ferrazzini «una figura storica della sinistra ticinese, che ha visto in noi una proposta seria e affidabile». Ay ha poi voluto precisare: «Siamo e restiamo un partito di opposizione, ma non vogliamo ostentarlo. Anche con uno o due deputati si possono portare a casa dei risultati. Siamo pronti a collaborare con tutti, senza pregiudizi. Se un’idea è buona va sostenuta». Un esempio concreto? «L’iniziativa dell’Udc per la neutralità. È un concetto che prima il Partito del lavoro e poi quello comunista ribadiscono da anni. Si può in un certo senso dire che ci hanno rubato l’idea», ha scherzato Ay.
La lista per il Gran Consiglio non è ancora definitiva, ma conterà su una sessantina di candidati. «È il numero più alto che facciamo registrare da trent’anni a questa parte» ha affermato orgoglioso il segretario. La media d’età si aggira intorno ai trent’anni, mentre la rappresentanza femminile è (per ora) di 9 candidate sui 60 nomi in lista. «Ci siamo dimostrati propositivi, con idee concrete come l’iniziativa per la sovranità alimentare approvata alle urne e l’abolizione del numero chiuso per il corso passerella per gli apprendisti che vogliono continuare gli studi». La parola è poi passata agli altri quattro candidati. Marco Ferrazzini, che si vede come un «testimonial» della lista, ha voluto evidenziare le similitudini tra il periodo attuale e il 1971, anno della sua prima candidatura al Gran Consiglio. «All’epoca lo scontro era tra chi stava dalla parte del blocco occidentale e chi da quella sovietica. Oggi ci si divide tra unipolarismo americano e multipolarismo. Noi scegliamo la seconda». Ferrazzini ha poi spiegato di riconoscere nel Partito comunista «coerenza e serietà. Per citare Enrico Berlinguer: loro guardano lontano, e io li aiuto. Non siamo come certa sinistra spocchiosa, altezzosa e intellettualistica».
Gianfranco Cavalli (Pop) ha invece sottolineato «la coerenza che sta alla base di questa alleanza. Il nostro obiettivo è chiaro: migliorare le condizioni di vita per la classe lavoratrice». Ferrari ha ricordato come «senza il Pc non verrebbero toccati alcuni temi tabù». Per questo motivo, il programma politico si chiamerà "tabù" e conterrà proposte come «la tassa per i milionari e il tema dell’esproprio». Alberto Togni ha spiegato come questa lista «sia partita dalle idee per poi arrivare ai nomi». Un programma definito al quale «saremo fedeli – ha detto in conclusione Ay –, ci sono partiti che si vantano di non avere programmi e di candidare persone che non sono politici. Non è il nostro caso, rivendichiamo le nostre competenze e i nostri valori».