Negli ultimi tempi si è sentito parlare di introdurre delle limitazioni al sistema proporzionale per il parlamento cantonale in Ticino. In particolare la soglia di sbarramento per l’entrata in parlamento dei partiti, una percentuale da superare alle votazioni per poter ottenere dei seggi. Quest’idea è benvista dai partiti maggiori, che osservando la crescita del consenso dei partiti minori cercano di fossilizzare la propria rappresentanza in parlamento, anche a scapito della democrazia e di un parlamento che rappresenti tutte le sensibilità della società.
Lo sbarramento premia i partiti più grossi polarizzando il voto e spingendoli ad arroccarsi su temi divisivi per consolidare la base elettorale di un’area, invece di creare un parlamento più rappresentativo della società e trovare soluzioni maggiormente condivise dalle forze politiche. In più, favorisce una forte dinamica di voto utile, per cui i partiti minori, anche se coerenti e innovativi, sarebbero meno votati di ora per via della paura della popolazione che il loro voto venga totalmente sprecato. Già esiste questa dinamica: a sinistra si ha la tendenza a votare i partiti più grossi – come il Ps – perché “hanno più chance”, nonostante spesso la base sia delusa da alcune scelte della deputazione e vorrebbe poter guardare altrove.
È quindi importante evitare di introdurre una soglia di sbarramento in un parlamento che, con tutti i suoi difetti, rimane più democratico di un sistema che censurerebbe i partiti minori. Piuttosto, una reintroduzione delle congiunzioni di lista – come avviene a livello federale – sarebbe la miglior cosa per tutti, aiutando sia i partiti minori che quelli grandi a non disperdere voti, mantenendo una pluralità democratica in parlamento.