Tra poco conosceremo la composizione del nuovo Governo e del rinnovato Parlamento ticinesi. Sarà un voto cruciale perché le sfide che attendono gli eletti non sono di poco conto. Pertanto ci possiamo solo augurare che vengano elette persone competenti ma soprattutto coraggiose, che sappiano promuovere e sostenere quelle riforme che evitino al Cantone Ticino di affondare in modo permanente nelle cifre rosse. Il pareggio dei conti voluto dai Cittadini non sarà un obiettivo facile da raggiungere e saranno certamente necessarie rinunce anche dolorose. E per farlo ci vuole coraggio e unità tra le forze politiche. Se il Parlamento non sarà coraggioso sarà portato ad adottare provvedimenti “tampone”, scaricando oneri sul personale, soprattutto su quello più precario. Invece servono provvedimenti strutturali e una revisione dei compiti dello Stato. È tempo di invertire la rotta rispetto ad uno Stato poliziotto, onnipresente e controllore. E di certo non abbiamo bisogno di riversamenti della spesa pubblica sui Comuni o della contrazione degli aiuti ai Comuni. I Comuni lottano ogni giorno per controllare da vicino la propria spesa pubblica, con un’autonomia sempre più ridotta dagli interventi legislativi di Cantone e Confederazione. E non è certamente una soluzione per il risanamento delle finanze cantonali che si riversino gli oneri sui Comuni. Pertanto il mio invito, quale sindaco di un Comune che deve stare molto attento alla spesa pubblica, è che nel voto ognuno sappia identificare quelle persone che hanno una particolare attenzione e rispetto verso il lavoro degli amministratori locali. Votiamo pertanto soprattutto sindaci, municipali e consiglieri comunali presenti sulle liste, proprio perché conoscono bene quanta fatica e impegno ci vuole per gestire bene, con oculatezza, un Comune. Il Comune rimane l’istituzione fondamentale del nostro sistema federalista: che la politica cantonale abbia quindi rispetto per questa realtà e non la si usi quale strumento per risolvere i problemi strutturali della spesa pubblica cantonale.