Sviluppo disordinato delle zone edificate, traffico, inquinamento, cambiamenti climatici. Sono anni che viviamo quotidianamente gli effetti negativi di un progresso insostenibile.
E i Governi, ammesso che lo vogliano, non fanno nulla, o quasi, per cambiare direzione. Lobby del petrolio e sponsor della crescita continuano a comportarsi come se nulla fosse, influenzando con successo le discussioni parlamentari.
Le possibili carenze di gas e di energia invece di accelerare la svolta energetica hanno ridato lustro alle energie fossili, carbone compreso.
Purtroppo anche il movimento di sciopero per il clima ha perso il suo slancio e le giovani attiviste che gettano zuppa contro i girasoli di Van Gogh, peraltro illesi perché ben protetti da una lastra di vetro, vengono condannate sia dalle autorità che dall’opinione pubblica.
Per cambiare direzione è necessaria un’indicazione chiara dei cittadini.
L’esperienza di quello che abbiamo vissuto negli scorsi anni come Cittadini per il territorio ci ha insegnato che è possibile.
Coinvolgendo le associazioni ambientaliste, lavorando con gli agricoltori, avvicinando le cittadine e i cittadini abbiamo cambiato il destino di Valera e del Laveggio.
Ad essere a rischio sono i boschi bruciati dall’arsura, i pesci costretti in fiumi diventati rigagnoli, i raccolti compromessi dalla siccità, i nostri ghiacciai.
Prendendosi a cuore la natura e il paesaggio, la qualità di vita di persone, della flora e della fauna, dei luoghi in cui viviamo si possono cambiare le cose. Unendosi per difenderle si possono cambiare le cose. Ma c’è bisogno di tutti, cittadine e cittadini, giovani per il clima, pescatori, agricoltori, ambientalisti, imprenditori responsabili, istituzioni consapevoli.
Perché non c’è vera libertà senza giustizia climatica e sociale.