La crisi climatica sfida anche la mente. Soprattutto noi giovani lottiamo con l’idea di un futuro tetro. Sappiamo che è necessario un rapporto più consapevole e rispettoso con le preziose risorse naturali, ma benché le soluzioni esistano manca volontà politica. È deprimente! Se poi, per l’impellente urgenza, ti mobiliti con frenesia per una società che rispetti i imiti planetari, rischi di calpestare quelli personali. Così, a lungo ero esausta e senza speranza. Ma non mi sono arresa. Ho fatto terapia e adagio sono riuscita nuovamente a fare e godermi le piccole cose. Ho ritrovato energia, passione e fiducia in me stessa. Ora so gestire meglio lo stress e le emozioni, apprezzo il valore delle pause e delle vette già scalate, so meglio di cosa ho bisogno. Continuo a fare politica e non do peso a chi osa insultarmi, perché sono molte di più le persone che mi hanno sostenuta, incoraggiata e stupita, ringraziandomi per essermi esposta o mostrandosi con me altrettanto vulnerabili in uno scambio incantevole. Grazie per le orecchie e le mani, per avermi dato luce e occhiali nuovi. Siamo collettività, tutte le persone possono essere vittime e sopravvissute, ci possiamo aiutare e assieme curare un ambiente che resti accogliente. L’attivismo sostenibile non è uno sprint, ma una maratona a staffetta, iniziata tempo fa da persone di cui dobbiamo preservare i tesori. La salute mentale è soprattutto una questione sociale e politica. Viviamo ad alta tensione, sotto pressione e con pochi appigli. Ecco perché mi batto per un sistema sanitario e sociale forte ed accessibile, un’economia per le persone, contro le violenze e le bugie di sistema, per la transizione ecologica. Ora sono una persona più forte e una politica migliore. Ti passo il testimone, fai un passo. Vota. Le Giovani Verdi.