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Un’ultima speranza per la Svizzera

Ognuno dovrebbe avere occhio attento a che il fine ultimo delle innovazioni sia davvero il benessere dell’essere umano, in corpo, mente e anima (perché questo è il vero "progresso").
È urgente trovare una via per il nostro Paese che riporti un rinnovato senso di appartenenza, qualcosa che accomuni tutti i cittadini svizzeri e li spinga ad agire tutti, uniti, nella stessa direzione. I risultati ottenuti dalla campagna per il risparmio energetico del CF potrebbero già farci desistere dall’idea. Un popolo svizzero che è spaccato sul Covid, non è più nemmeno unito nella spiritualità e nella solidarietà verso i deboli e non può più dirsi unito nella neutralità. Le masse si smuovono toccandole sul portafoglio, paventando loro una maggiore sicurezza o con follower e like.
Ecco quindi l’unica Svizzera che mi immagino possa sopravvivere al prossimo secolo, per evitare che, nell’indifferenza dei cittadini stessi, veniamo spartiti tra i Paesi che ci circondano ai quali faranno gola il verde, l’acqua e i bacini idroelettrici: la Svizzera potrebbe diventare un grande laboratorio a livello mondiale dove si applicano i vari sistemi di gestione e stoccaggio dell’energia, già noti, su grande scala; una SmartGrid unica. E qui il coinvolgimento di ogni singolo cittadino, a poter dimostrare in modo quantificabile (degno di like) il proprio apporto al risparmio e all’ottimizzazione del consumo energetico. Parte importante sarebbe anche l’educazione delle nuove generazioni. Occorre uno stoccaggio dell’elettricità con dighe, impianti di stoccaggio a gravità, produzione di idrogeno che diventi il primo vettore energetico per la mobilità privata, fungendo, anche qui, da primi al mondo a convertirci. Avremmo la possibilità di rimanere, almeno in qualcosa, un esempio da seguire a livello mondiale.