Nonostante sia aumentata la differenza di prezzo della benzina al confine con Vacallo, in Lombardia non si riattiva l’incentivo di 5 centesimi
Si torna a parlare del pendolarismo del pieno. Un fenomeno che appartiene alla storia dei commerci di confine ma limitato: a voler ben guardare si concentra soprattutto nella stazione di servizio di Vacallo, dove c’è chi, per incentivare le vendite, pubblicizza su un quotidiano comasco lo sconto di 5 centesimi di euro al litro. Così si è tornati ad argomentare sulla Carta sconto benzina. Questo perché da settimane si risparmiano tra i 6,4 e gli 8,4 euro per un pieno di benzina. Un risparmio che tuttavia non consente di ripristinare la misura, sospesa nel 2021.
Il divario nel costo del carburante tra Como e oltreconfine (i distributori di Vacallo, subito dopo la dogana di Maslianico, sono quelli dove viene praticato il prezzo più basso) inizia a essere conveniente per chi risiede nel capoluogo lariano, a Maslianico e a Cernobbio, ma non per chi abita lontano dalla frontiera. Ieri un litro di verde a Pizzamiglio costava 1,59 euro (si deve pagare in contanti per vederselo applicare), contro il prezzo più conveniente a Como pari a 1,75 euro al litro e quello massimo a 1,80 euro al litro, secondo l’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico. Significa quindi una differenza compresa tra i 16 e i 21 centesimi per ogni litro. Una differenza che sarebbe sufficiente per ripristinare la Carta sconto benzina. Per riattivarla, però, occorre che si verifichi la media di 5 centesimi nelle province di Como, Varese e Sondrio, confrontata con i dati dell’ambasciata italiana.
Al momento, però, non c’è la possibilità di attivare lo sconto poiché non ci sono i 5 centesimi di media complessiva per un certo periodo e, in assenza dei requisiti di legge, non si può fare nulla.