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Sulla tomba di Riina a chiedere ‘la grazia’ contro il fratello

Un 51enne è a processo a Busto Arsizio per stalking nei confronti del familiare, che perseguitava mosso da profondi rancori per questioni lavorative

Le tombe dei due capomafia nel cimitero di Corleone
(Youtube)
19 ottobre 2024
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C'è chi, mosso dalla fede, nei momenti di difficoltà si reca in pellegrinaggio in luoghi sacri per chiedere la grazia alla Madonna o a un Santo protettore. Un 51enne siciliano trasferitosi al Nord Italia per lavoro, invece, animato da un profondo rancore verso il fratello, è sceso fino a Corleone, in Sicilia, per recarsi in un pellegrinaggio, decisamente profano, sulle tombe dei boss mafiosi Totò Riina e Bernardo Provenzano, per chiedere ad essi "la grazia". Il tutto documentato in un video su YouTube in cui il 51enne prega sulle lapidi dei due capomafia. La vicenda è riportata da La Prealpina a margine del processo che vede coinvolto l'uomo, arrestato lo scorso anno a Busto Arsizio per stalking nei confronti del fratello 47enne.

Nella cittadina del Varesotto il 51enne era arrivato seguendo, o sarebbe meglio dire dando la caccia al fratello, che vi si era trasferito con moglie e figli per sfuggire alle persecuzioni, giunte fino allo scontro fisico, del congiunto, con il quale aveva lavorato per anni come giardiniere in Friuli e che lo accusava di avergli portato via i clienti dopo essersi messo in proprio in seguito a varie tensioni e scontri sul lavoro.

Una persecuzione lunga un decennio, quella del 51enne, che aveva rintracciato l'indirizzo del fratello a Busto Arsizio: minacce, appostamenti sotto casa, lettere diffamatorie nella buca lettere dei vicini e post infamanti sui social, persino messaggi al datore di lavoro in cui accusava il 47enne di essere un mafioso e un pedofilo. Una situazione che aveva portato i familiari della vittima a dover chiedere sostegno psicologico per il terrore nel quale il 51enne li aveva fatti sprofondare, mitigati dal divieto di avvicinamento imposto da un giudice, fino all'arresto di un anno fa.