Una professione in crisi, nonostante il mercato del Canton Ticino. L'Università dell'Insubria lamenta pochissime iscrizioni rispetto ai posti disponibili
La carriera dell'infermiere non attrae più, nonostante la prospettiva di lavorare in Canton Ticino, dove gli stipendi sono tre volte superiori rispetto a quelli italiani. Lo prova il fatto che si susseguono i segnali che confermano il lento declino della figura dell'infermiere: turni di lavoro sempre più pesanti, stipendi fermi da anni, possibilità di fare carriera ridotte all'osso. Le strutture sanitarie della fascia di confine hanno organizzato bandi per l'assunzione di 306 infermieri, hanno risposto in 96.
A Como si aggiunge il problema della carenza di case. Ne abbiamo scritto anche recentemente. Una ulteriore conferma che la carriera dell'infermiere non è più attraente come lo è stata sino a un paio d'anni fa è molto recente. Nelle tre sedi dell'Università dell'Insubria (Como, Varese e Busto Arsizio) alle selezioni per accedere al corso universitario per la professione infermieristica (la laurea triennale o breve che dir si voglia) si sono presentati 159 candidati rispetto ai 249 posti assegnati dal ministero all'ateneo comasco. Ciò significa che 90 banchi resteranno vuoti. Un numero che rappresenta una percentuale molto alta, senza precedenti nella storia dell'Università dell'Insubria.
Una scarsa domanda per i posti di infermieristica che allarma non solo l'ateneo insubrico, ma anche (o forse soprattutto) i responsabili delle strutture sanitarie della fascia di confine, alle prese con una carenza di personale che rischia di mettere a rischio il funzionamento degli ospedali. Una carenza di cui si continua a parlare forse sino alla noia, ma non si può fare diversamente, che è in buona parte dovuta alla fuga degli infermieri in Canton Ticino, le cui strutture sanitarie a causa del calo degli iscritti al corso universitario alla lunga potrebbero essere chiamate a fare i conti. Una difficilissima situazione di cui si continua a parlare, ma soluzioni all'orizzonte non se ne vedono.
Regione Lombardia pensa di andare in Argentina a cercare infermieri, ma non è così facile, come qualcuno sembra essersi illuso. Nel frattempo bisogna prendere atto della realtà, ovvero che nessuna delle tre sedi universitarie (Como, Varese e Busto Arsizio), è riuscita a ottenere richieste a sufficienza per coprire i posti assegnati dal Ministero dell’Università. A Varese i posti sono 100 ma le adesioni sono 76, a Como 99 e le domande 42, a Busto c’è possibilità di ammettere 50 studenti e le domande sono 41. E ciò lo si deve alla mancanza di candidati provenienti dal Sud: la spiegazione sta nella mancanza di case in affitto.
Se l'infermieristica non attrae, all'Università dell'Insubria resta super gettonato il corso di fisioterapia: i 38 posti disponibili vedono 267 contendenti. Come per gli infermieri anche i fisioterapisti dopo il diploma di laurea varcano il confine per lavorare in Canton Ticino. Resta intatto il fascino della carriera di ostetrica con 69 domande per i 20 posti. Preoccupante la scarsa attrattività per il lavoro di tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro e nell’ambiente. Il professionista chiamato a verificare le condizioni sui luoghi di lavoro non è tra i “desiderata” dei giovani: dei 24 posti a disposizione solo 4 sono i candidati; 37 sono le domande per i 20 posti di tecnico di radiologia medica e radioterapia, mentre 15 vogliono ottenere uno dei 20 posti di tecniche di laboratorio medico e 5 hanno scelto il corso di tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione che ha a disposizione 15 posti.