L'Azienda sociosanitaria lariana ha aperto un concorso per attivare specialisti (rianimazione e anestesia) e ovviare alla fuga verso il Ticino e i privati
Millequattrocento euro per un turno di lavoro – dodici ore consecutive – per anestesisti e rianimatori da impiegare nel Pronto soccorso e nel reparto di rianimazione e anestesia dell’ospedale Sant’Anna di Como. È quanto è disposta a retribuire l’Azienda sociosanitaria territoriale (Asst) Lariana che negli scorsi giorni “con caratteristiche di straordinarietà e urgenza” ha emesso un pubblico avviso per trovare due figure di medici sempre più introvabili anche perché continua la fuga all’estero – Canton Ticino in primis – e verso ospedali e cliniche privati.
Per i medici disponibili “a effettuare turni di reperibilità presso le strutture aziendali – oltre al Sant’Anna anche gli ospedali di Cantù e Mariano Comense, ndr – per i servizi di emergenza e urgenza” Asst assicura un compenso di 500 euro. Compenso che sale se si è chiamati in servizio. Tutto ciò è l’ennesima conferma della carenza nelle strutture sanitarie comasche di camici bianchi. Soprattutto anestesisti e rianimatori che ridotti all’osso devono affrontare turni faticosi. Non va meglio sul versante degli infermieri.
Avanti di questo passo sembra farsi concreta una considerazione che negli ambienti sanitari comaschi circola con insistenza: è più facile trovare un ago in un pagliaio che un infermiere disposto a prestare servizio negli ospedali lariani. In questi giorni la conferma arriva dall’ospedale Sant’Anna, che non fa in tempo a chiudere un bando per assumere infermieri e già apre un nuovo concorso. Asst Lariana ha infatti deliberato l’ennesimo bando: la speranza è di riuscire ad assumere entro la fine dell’anno cento infermieri a tempo indeterminato. Si tratta del tentativo di reperire professionisti sanitari formati.
Nella stessa giornata in cui l’ex azienda ospedaliera ha bandito il nuovo concorso, ha chiuso il precedente, che organizzato dall’Agenzia di tutela della salute (Ats) Insubria e dagli ospedali di Como, Varese e Busto Arsizio, metteva a disposizione ben 306 posti fissi, cento per ciascuna Asst. Un bando che ha certificato come la professione infermieristica non piace più soprattutto ai giovani che neppure si iscrivono al Corso di laurea infermieristica (42 le matricole a Como a fronte di 99 posti). Alle prove del megabando dello scorso mese si sono presentati 93 candidati: i promossi sono stati 74.
Tra gennaio e fine luglio l’Asst Lariana ha messo sotto contratto 171 nuovi infermieri, a fronte delle 165 cessazioni (fughe in Canton Ticino e verso strutture lombarde private e pensionamenti) del 2023. Il precedente concorso, pubblicato a inizio 2024 soltanto dall’Asst Lariana, a fronte di 130 posti ha totalizzato alla fine 112 assunzioni.
La professione infermieristica non è più attrattiva e gli ospedali fanno fatica a coprire gli organici, ancor peggio le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e le comunità protette. Nei giorni scorsi un invito a partecipare al nuovo concorso da parte di Giuseppe Chindamo, presidente dell’Ordine degli infermieri di Como: “Invito tutti i colleghi a considerare queste selezioni come occasioni preziose per contribuire al miglioramento del sistema sanitario e per raggiungere una stabilità professionale più che mai fondamentale. I concorsi pubblici sono lo strumento più equo per garantire che i migliori professionisti siano inseriti nel sistema. Ogni concorso è un’opportunità per arricchire la nostra professione, stimolare la crescita dei singoli infermieri”. Avrà un seguito questo invito? Lo sapremo fra un mese.