Al bando si sono presentati solo 93 infermieri per oltre trecento posti a disposizione
È l’ennesimo segnale negativo che le strutture sanitarie dell’Ats Insubria faticheranno, e non poco, ad assumere infermieri per sostituire coloro che se ne vanno verso il privato e in modo ancor più accentuato all’estero, soprattutto in Canton Ticino, dove non solo hanno la possibilità di guadagnare sino a tre volte, ma sanno anche di aver più opportunità di fare carriera. La conferma arriva dal concorso unificato per infermieri promosso da Asst Lariana (Como), Asst Valle Olona (Varese) e Asst Sette Laghi (Varese) e da Ats Insubria. Un bando per l’assunzione di 306 infermieri, cento per ogni Asst e sei per Ats Insubria, la cui sede è a Varese.
Le domande pervenute nei giorni scorsi sono state 150. Poco meno della metà dei posti vacanti che le autorità sanitarie delle aree di confine – quelle che da anni sono in perenne affanno – vorrebbero risolvere senza riuscirci, anche (o soprattutto?) a causa di un fenomeno che si riflette su altre categorie di lavoratori. A Como gli infermieri verrebbero – anche considerata la prospettiva di incentivi economici promessi dalla Regione Lombardia, ma in riva al Lario, così come a Varese e in buona parte dei comuni periferici dei due capoluoghi –, ma trovare una casa in affitto è come cercare un ago in un pagliaio. C’è poi da aggiungere che gli affitti dei pochi appartamenti disponibili sono saliti alle stelle. A complicare la situazione il boom turistico in riva al Lario, dove le case vacanza in pochi anni sono arrivate a essere quasi ottomila. Gli affitti brevi rendono di più e presentano meno problemi.
Per tornare ai concorsi unificati, su 150 iscritti più di un terzo non si è presentato a sostenere la prova scritta e quella tecnica: nell’auditorium dell’ospedale Sant’Anna erano presenti 93 infermieri. Il 5 agosto si saprà quanti a settembre dovranno presentarsi alla prova orale. In autunno Asst Lariana, che dal 1° gennaio al 28 luglio di quest’anno ha assunto 171 infermieri a ridosso delle lauree infermieristiche, bandirà un ulteriore concorso. Un’affannosa ricerca di personale paramedico che riguarda anche le case di riposo sempre più in difficoltà. Si amplia quindi il ricorso a infermieri provenienti dall’estero. Soprattutto dal Sudamerica, ma è tutt’altro che facile.
Anche dal versante dei camici bianchi nella fascia di confine arrivano notizie per nulla confortanti. Al secondo e ultimo test d’ingresso erano 652 le aspiranti matricole al corso di laurea e chirurgica all’Università dell’Insubria che ieri si sono presentate nelle sedi Morselli e Monte Generoso di Varese. Al precedente test avevano partecipato ottocento concorrenti, mentre lo scorso anno erano state un migliaio. La professione medica non è più così ambita come lo è stato sino a pochi anni fa. I test si rendono necessari in quanto i corsi di laurea in medicina e chirurgia continuano a essere a numero chiuso. I posti all’Università dell’Insubria sono 199. Lo stesso numero dello scorso anno. Trentadue posti sono assegnati ai ‘quartini’, studenti che nel 2023 hanno sostenuto il test per l’ingresso in università, anche se ancora non avevano concluso la scuola media superiore. Un posto è riservato a uno studente straniero extra Ue. L’Università dell’Insubria ha ottenuto anche venti posti in odontoiatria. Insomma, sempre meno giovani vogliono fare il medico. E ciò sta mettendo in crisi il settore dell’assistenza sanitaria. Non solo negli ospedali, ma anche negli studi dei medici di famiglia. A Como e in provincia manca un medico su tre: quasi 150 gli ambiti carenti.