Manifestazione di protesta a Como sostenuta da sei sindacati fra italiani e svizzeri per contrastare la decisione di Roma
Sabato a Como circa 150 lavoratori frontalieri in Svizzera hanno manifestato contro la tassa sanitaria introdotta dal governo italiano in quella che è una prima manifestazione promossa da sei sindacati dei due Paesi.
Il rappresentante della Confederazione italiana dei sindacati (Cisl) ha denunciato una legge “illegale”, giudicando "folle" il voler fare cambiare idea ai frontalieri italiani con una tassa, perché in Svizzera non lavorano solo per il salario, ma molto di più per la qualità della vita e del lavoro.
Si sono recati a Como anche rappresentanti svizzeri, come il municipale di Lugano Raoul Ghisletta, segretario sindacale dell'Unione dei servizi pubblici (Ssp), o membri dell'Unia vallesani.
La nuova disposizione prevede che i lavoratori frontalieri paghino al sistema sanitario italiano tra il 3 e il 6% del loro stipendio netto, al fine di finanziare i bonus per il personale sanitario italiano e limitare l’esodo dalle regioni frontaliere di Lombardia e Piemonte verso la Svizzera.
Il Consiglio federale sta esaminando nel frattempo questa nuova tassa, che dovrebbe essere riscossa a partire dal 2025. Se ciò dovesse essere contrario agli accordi internazionali bilaterali in vigore tra Svizzera e Italia, l'ambasciata svizzera a Roma è pronta a intervenire presso i ministeri competenti, come affermato alla fine di gennaio.
La tassa riguarda i lavoratori transfrontalieri che hanno iniziato a lavorare in Svizzera prima del 17 luglio 2023. In totale, oltre 93mila lavoratori italiani, di cui 79mila occupati in Ticino. Gli altri lavorano nei Grigioni e in Vallese. La stragrande maggioranza di loro risiede in Lombardia.