Per risolvere la situazione il governo italiano ha aperto alla possibilità di inserire i ragazzi sopra i 16 anni nelle strutture per adulti
Cresce a Como il numero dei minori stranieri non accompagnati (Msna): secondo il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31 marzo di quest’anno in riva al Lario ne risultavano 260, il 10% di quelli presenti in Lombardia (2'639, il 12,5% del totale nazionale). Numero che colloca la provincia di Como alle spalle di Milano. Il rapporto popolazione residente e minori stranieri non accompagnati conferma, infatti, che la realtà lariana, per la sua vicinanza alla Svizzera, è di gran lunga la prima in Italia a doversi confrontare con il drammatico tema dei giovani sotto i 18 anni che scappano dai loro Paesi d’origine senza familiari maggiorenni.
Fra i problemi maggiormente avvertiti nel Comasco c’è la carenza di tutori volontari: se ne dovrebbe garantire uno per ogni minore. Ce ne sono 559 in tutta la Lombardia, di cui 379 iscritti nell’elenco del Tribunale per i minorenni di Milano, a cui fa riferimento Como, dove le esigenze di tutela restano sulla carta. Il dato lo si ricava dalla relazione annuale del garante regionale, Riccardo Bettiga, che ha posto l’accento sul fatto che “tanti minori passano nei centri di detenzione in Libia e sbarcano sulle coste italiane con i barconi. Altri arrivano dalla rotta balcanica. Tutti raccontano storie di torture, privazioni e sofferenze incredibili”. Motivi per cui necessitano di un tutore.
Lo stesso garante afferma che “il 70% dei minori stranieri non accompagnati che si trova in Lombardia arriva da Egitto, Albania, Tunisia e Bangladesh” e che è difficile trovare posti in comunità per minorenni (circostanza nota a Como), tanto che il governo Meloni ha aperto alla possibilità di inserire i Msna sopra i 16 anni anche nelle strutture per adulti. Prospettiva che spingerebbe molti minori stranieri non accompagnati a puntare a passare la frontiera con la Svizzera: la conferma arriva dai respingimenti. Ma di questo se ne parla sempre meno.