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Naufragio degli ‘007’ sul Lago Maggiore, chiuse le indagini

Ventuno in totale gli agenti segreti presenti sul ‘Gooduria’ quel giorno di fine maggio dell'anno scorso

Le operazioni di recupero
(Keystone)
19 aprile 2024
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Indagini chiuse sul naufragio degli ‘007’ che erano a bordo dell'imbarcazione che il 29 maggio 2023, a causa del maltempo, si inabissò per 16 metri nelle acque del lago Maggiore, al largo di Lisanza (Varese).

I morti furono 4, tra i quali una donna 50enne di origine russa, moglie dell'armatore e comandante della barca per il quale ora si profila la richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di disastro colposo e omicidio plurimo colposo.

Le altre vittime furono un 62enne, una 53enne appartenenti ai servizi segreti italiani e un 54enne israeliano ex agente del Mossad: quel giorno la barca era stata noleggiata per festeggiare il compleanno di quest'ultimo. A bordo del ‘Gooduria’ c'erano in tutto ventuno 007, oltre all'armatore, che ha sempre sostenuto di non sapere che i passeggeri dell'imbarcazione erano agenti segreti, e alla moglie.

Una perizia sul naufragio, chiesta dal pubblico ministero di Busto Arsizio Massimo De Filippo e redatta da Carlo Ceccarelli (fu uno dei periti che lavorarono al naufragio della Costa Concordia), rafforza il capo di imputazione a carico dell'armatore e individua i motivi del disastro. L'uomo, sostiene il documento, quel giorno sottovalutò l'allerta meteo che indicava l'arrivo di una forte ondata di maltempo. Secondo punto: le modifiche ‘artigianali’ che il comandante ha apportato alla barca senza mai registrarle e, si ipotizza, senza mai valutarne l'impatto sulla stabilità dell'imbarcazione.

Altra questione è il soprannumero di passeggeri presenti sul ‘Gooduria’: in tutto 23 persone tra ospiti ed equipaggio contro la capienza massima prevista di 15. Anche gli 8 in più, a parere del perito, avrebbero contribuito a destabilizzare l'imbarcazione. Imbarcazione che, al momento del naufragio, non era assicurata.