Confine

Confine, lo smog non si ferma in dogana

Il 2022 è stato un anno di aria cattiva sia a Como che in Lombardia. Milano è la città con più inquinamento a causa del traffico automobilistico

A Como si notano miglioramenti
(Ti-Press)
29 dicembre 2022
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Anche il 2022 si è confermato un ennesimo anno di aria cattiva a Como e in Lombardia. Sul Lario, in un anno, si sono registrati 37 giorni di superamento dei livelli delle polveri sottili, a fronte del tetto massimo di 35 giorni fissato dalle vigenti norme europee. Il dato emerge dallo studio di Legambiente Lombardia sui dati Arpa.

Como continua a essere nella zona rossa, ma con valori migliori rispetto agli anni passati. Un riscontro che comunque non deve far abbassare la guardia, anche perché i miglioramenti registrati sono in parte dovuti alle restrizioni pandemiche. I divieti di circolazione hanno inciso sulla concentrazione di veleni, legati ai gas di scarico.

I dati elaborati da Legambiente stanno a indicare che in regione Lombardia il primato negativo è di Milano con 82 giorni di Pm10 oltre la soglia di 50 microgrammi per metro cubo d’aria e Cremona con 64 giorni. Ciò è dovuto al traffico automobilistico (Milano) e alle emissioni zootecniche (Cremona). Seguono Mantova, Brescia, Lodi, Monza, Pavia e Como.

Nel capoluogo lariano, la media annua di polveri sottili è di 28,4 microgrammi per metro cubo. Milano, la peggiore, ha un valore medio di 34,5 microgrammi. In zona rosa Bergamo ferma a 34 giorni di superamento del limite, mentre Lecco, Sondrio e Varese, con un numero di infrazioni compreso tra 14 e 20, sono in "zona verde". Nessuna delle città lombarde, però, rispetta le nuove linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo le quali devono essere meno di quattro all’anno le giornate di smog estremo.

"Nessuna novità per la città di Como, che si è sempre distinta per superamento del numero dei giorni di sforamento consentiti, anche negli scorsi anni – commenta Elisabetta Patelli, comasca, presidente onorario dei Verdi della Lombardia –. D’altronde nessuna strategia è stata mai messa in campo (e nemmeno se ne prospetta una all’orizzonte) per risolvere quello che è uno dei problemi più grossi della nostra città: la viabilità e l’inquinamento legato al traffico". In qualunque censimento i dati di Como "risultano negativi per quanto riguarda gli indicatori ambientali, comprese le piste ciclabili e la quantità di verde fruibile pro capite. Tutti indicatori di vero disinteresse nei confronti della qualità della vita dei comaschi". Quello che succede a Como è di grande interesse per il Canton Ticino, ma soprattutto per il Mendrisiotto in quanto lo smog non si ferma in dogana.