I valori soglia raccomandati per combattere lo smog, però, sono ancora lontani. L’analisi di Legambiente
Negli ultimi giorni di dicembre la qualità dell’aria a Como e in Lombardia, così come nel Mendrisiotto, è risultata pessima. Legambiente, però, segnala una buona notizia: nell’arco del 2021 tutti i capoluoghi lombardi hanno misurato concentrazioni medie di Pm 10 (le micidiali polveri sottili) ben al di sotto del valore soglia previsto dalla normativa europea (40 microgrammi per metro cubo). Secondo i dati delle centraline urbane di Arpa Lombardia, emergono differenze molto accentuate tra le province: il peggior piazzamento è per Cremona, indiscussa capitale della zootecnia lombarda e italiana, seguita da Milano. Situazione in lento miglioramento per le città dell’alta pianura (Bergamo, Como e Monza), e per quelle pedemontane (Lecco, Sondrio e Varese). Onde evitare equivoci, Legambiente si affretta a sottolineare anche una cattiva notizia: tutte le città lombarde sono ancora lontane dai valori soglia raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità per le Pm 10 (15 microgrammi per metro cubo) al fine di ridurre l’eccesso di mortalità determinato dalle eccessive concentrazioni di particolato atmosferico.
Nel corso del 2021 la concentrazione annua a Como di polveri sottili è stata di 27,9 microgrammi per metro, ancor meglio a Varese, Sondrio e Lecco. Altro dato fornito da Legambiente: in Lombardia 9 capoluoghi di provincia su 12 hanno superato il numero massimo di giornate con valori di inquinamento da Pm 10 eccedenti la soglia critica di inquinamento grave, fissata dall’Unione europea, in 50 microgrammi per metro cubo. Como con 39 giornate è fra le province sottolineate con il colore rosso. Solo Sondrio e Lecco, entrambe con 19 giornate, e Varese (16 giornate) sono rientrati nei parametri europei.
Insomma, c’è ancora molta strada da fare per rimuovere l’inquinamento atmosferico causato dalle polveri sottili. Commenta Barbara Maggetto, presidente di Legambiente Lombardia: “Se dovessimo tracciare un bilancio del 2021 potremmo dire che i trend di miglioramento ci sono, ma le azioni sono ancora troppo lente per sottrarci da una condizione di inquinamento cronico, rendendo la qualità della nostra aria troppo dipendente dai capricci di Eolo. Per il 2022 ci piacerebbe poter contare di più sulla forza delle politiche e sulla messa in campo di azioni trasversali ai differenti assessorati regionali, perché solo così, anche utilizzando bene i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), possiamo respirare aria pulita tutto l’anno”.