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Funivia Mottarone, prospettive di rinascita

A un anno dalla caduta di una cabina, che causò 14 morti, a Stresa un ‘summit’ per la ricostruzione

La stazione di partenza a Stresa
(Wikimedia commons)
8 maggio 2022
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Sabato a Stresa si è cominciato a parlare della ricostruzione della funivia del Mottarone, chiusa dal 23 maggio 2021, a seguito della caduta della cabina tre, che ha trascinato con sé la vita di 14 persone. Sulla cabina, un anno fa, erano in 15. Si è salvato solo Eitan, il bambino sopravvissuto. Una strage sulle cui responsabilità sta cercando di fare chiarezza la Procura di Verbania. L’impianto è ancora sotto sequestro, ma al di là dell’inchiesta giudiziaria, c’è l’urgenza di pensare al rilancio.

Ecco quindi l’incontro di sabato al Palacongressi di Stresa di politici, amministratori pubblici e operatori turistici con il consulente del Ministero del turismo, Angelo Miglietta, prorettore dell’Università Iulm di Milano, considerato uno dei più importanti esperti italiani in materia di trasporto a fune, con un’esperienza di grande livello in questo ambito avendo lavorato alla realizzazione di Skyway, la funivia del Monte Bianco che porta i turisti da Courmayeur fino a 3’466 metri di quota.

E per il Mottarone, è stato prospettato nell’incontro di Stresa, un impianto simile a quello del Monte Bianco, considerato innovativo per il territorio, che possa sfruttare l’eccezionale valenza panoramica della vetta, da cui si gode una vista a 360 gradi sia sui laghi, sia sulle Alpi. A Stresa, ovviamente, si è parlato anche di quanto potrebbe costare la ricostruzione della funivia del Mottarone. Da prime stime la spesa per rifare i due tronconi con cabinovie totalmente diverse dalla funivia è di almeno 40 milioni di euro. Un costo comunque inferiore rispetto a quello preventivato per il ripristino del trenino a cremagliera chiuso negli anni Sessanta. Un progetto simile costerebbe 80 milioni di euro, avrebbe un iter lunghissimo, con costi ambientali rilevanti. Altro aspetto affrontato a Stresa quello dei finanziamenti. La soluzione prospettata passa da una società a capitale misto pubblico-privato.