Dopo l’ultimo caso il sindacato di categoria insorge denunciando carenze di organico, strutturali e detenuti ‘ingestibili’
Un agente della polizia penitenziaria del Bassone, carcere di Como, l’altroieri sera è finito al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Anna in seguito a un’aggressione da parte di un detenuto. L’agente è stato giudicato guaribile in sette giorni. Dall’ottobre scorso a oggi 17 sono gli agenti del Bassone che hanno dovuto far ricorso alle cure del Pronto Soccorso dell’ospedale comasco o della Guardia medica.
La notizia della nuova aggressione con una nota è stata fornita dal sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria di Como, che reagisce, evidenziando e denunciando una situazione ritenuta intollerabile: “L’ennesima aggressione, che sembra esser diventata una routine al Bassone, deve condurre a una riflessione sui rischi professionali che gravano sui poliziotti penitenziari comaschi, rischi che vanno al di là di quanto sarebbe legittimamente accettabile e che scontano carenze d’organico, fatiscenze strutturali e la presenza di tipologie di detenuti che l’Istituto potrebbe probabilmente non essere nelle condizioni di gestire. Sebbene il Bassone venga considerato sede di arrivo di reclusi affetti da problemi psichiatrici, non dispone della presenza di psichiatri né si può ben dire che la presenza attuale degli stessi sia pari a quanto sarebbe invece auspicabile. Queste lacune, già gravi, vengono acuite da una carenza impressionante nei ruoli di ispettori e sovrintendenti”. Una denuncia che solleva parecchie lacune. Il carcere al Bassone, edificato oltre trent’anni fa, è notoriamente tra i più sovraffollati del Nord Italia. Una criticità ricorrente, che emerge anche dai rapporti periodici svolti al Carcere circondariale di Como. Tra gli ultimi compilati, quello del luglio 2020 segnalava la presenza di 366 detenuti a fronte dei regolamentari 240.