Confine

Scoperta nel Comasco una 'industria' della canapa

Blitz della Finanza porta alla luce un capannone con oltre 500 piantine. I responsabili prima scappano, poi si costituiscono

Scoperto un vero business (foto GdF)
30 novembre 2020
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Se la dovranno vedere con l'autorità giudiziaria le due persone sorprese dalla Guardia di finanza di Como a coltivare canapa e chiamate a rispondere di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Oltre 500 le piantine sequestrate a Capiago Intimiano nel corso di una operazione messa a segno nei giorni scorsi all'alba al'interno di un capannone che per gli inquirenti "fungeva da 'base logistica' per la coltivazione della sostanza stupefacente".

A insospettire le forze dell'ordine sono stati l'insolito viavai di autovetture in tempo di restrizioni dovute all’emergenza epidemiologica e l’accensione continua delle luci interne, circostanze riscontrate nel corso di ripetuti appostamenti effettuati di giorno e di notte. Tant'è che per entrare nel capannone si è dovuto ricorrere ai Vigili del fuoco, i quali hanno provveduto a forzare le porte d'ingresso blindate. Il che ha permesso ai responsabili di darsi alla fuga, attraverso un piccolo cunicolo, dileguandosi nel bosco circostante. Si tratta di un 37enne e un 30enne, entrambi di origine calabrese e residenti a Cantù, che si sono costituiti poco dopo la fuga presso gli uffici della polizia giudiziaria, assistiti dal proprio legale, e si sono assunti la piena responsabilità dei fatti. A loro carico hanno diversi precedenti penali per porto abusivo di armi e spaccio di sostanze stupefacenti.

All’interno della struttura, si legge in una nota, i Finanzieri hanno scoperto "una vera e propria 'industria della droga', finalizzata alla coltivazione della sostanza stupefacente e alla futura immissione sul mercato con guadagni stimati superiori al milione di euro". Dalle 500 piante sequestrate i responsabili avrebbero raccolto più di due quintali di marijuana.