I decessi nelle case di riposo delle province pedemontane e lombarde a ridosso del Ticino, rispetto alla stesso periodo del 2019, sono quasi raddoppiati
Sono oltre mille gli anziani morti nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) delle province di Como e di Varese, dallo scorso 22 febbraio fino ad oggi. Millecentoquattro, per la precisione. Su pressione dei sindacati è stata la Ats Insubria a fornire i dati ufficiali. A raccogliere questi i dati sono stati i medici e i tecnici di Ats Insubria che su 9'601 ospiti delle case di riposo nelle due province hanno accertato 516 casi positivi di Covid-19 (pari al 5,37% del totale dei ricoverati), ai quali vanno aggiunti altri 546 anziani (5,69%) con sintomi sospetti.
Complessivamente i decessi di anziani nelle case di riposo delle province pedemontane e lombarde a ridosso del Ticino, rispetto alla stesso periodo del 2019, sono quasi raddoppiati. Perchè sia accaduto lo accerteranno le Procure di Como e di Varese. Altro aspetto inquietante è quello degli operatori delle Rsa: su 6'347 operatori in servizio, 263 (4,14%) risultano in isolamento al domicilio, essendo risultati positivi al tampone e 672 operatori (10,59 %) per sospetta sintomatologia Covid-19.