Il numero di decessi nelle strutture delle due province è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
I numeri di un dramma annunciato. La strage di anziani nelle case di riposo. Sono 427 i morti nelle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali per gli anziani) dell'Ats Insubria, che comprende le province di Como e di Varese. Erano giorni che i sindacati chiedevano un chiarimento sui numeri dei morti e dei contagiati da coronavirus all'interno delle case di riposo delle due province pedemontane. E finalmente i dati sono arrivati e sono peggiori di quanto si potesse immaginare. “Le cifre testimoniano il fallimento della politica adottata per contrastare la diffusione del coronavirus nei luoghi in cui vivono le persone più fragili – si legge in un documento dei sindacati che nei giorni scorsi avevano rivolto i loro appelli anche ai prefetti di Como e Varese –. È quanto emerge dai dati che ci sono stati forniti. Dati che fanno emergere la complessa e difficile situazione che si sta vivendo all’interno delle Rsa delle nostre due province. Su un totale di 6'303 operatori sanitari e 10mila ospiti i tamponi finora sono stati fatti a 2'056 persone, pari al 12,62% del totale.Tra gli operatori ben 859, il 13,63% del totale, sono a casa perché risultati positivi (237 casi) oppure per il sospetto di essere stati infettati (622 persone). Sono 105 gli ospiti deceduti per il Covid-19 e altri 322 sono morti con sospetto coronavirus, ma senza essere sottoposti al tampone, per un totale di 427 casi”. Un numero più che doppio rispetto allo stesso periodo (gli ultimi quaranta cinque giorni) dello scorso anno. Nei prossimi giorni potranno arrivare nuovi dati, soprattutto sui contagi, grazie alla capacità diagnostica di eseguire i tamponi passata da 170 a 500 test al giorno.