Il 28 settembre Brigitte Bardot compie 90 anni, da festeggiarsi nella sua ‘Madrague’ (breve storia della bellezza segue)
Esplose proprio come una bomba nel 1956. Un botto che non sapeva di napalm, bensì di blasfemia, a causa del titolo dato alla pellicola che rivelò le sue grazie: ‘Et Dieu... créa la femme’ (diventato ‘Piace a troppi’ in italiano: per la serie tradurre è tradire). Lo impose il suo mentore e primo marito Roger Vadim, regista del film ambientato in un allora sonnolento villaggio di pescatori, Saint-Tropez. Affascinata da quell’ambiente umile quanto idilliaco, laggiù tra Provenza e Costa Azzurra, l'attrice comprò una villa divenuta celebre (La Madrague, cui ha dedicato una canzone che trovate su YouTube), dove vive ancora oggi e il 28 settembre vi festeggerà i 90 anni.
Brigitte Bardot, sex symbol per eccellenza del Novecento, in realtà sognava di diventare ballerina, poi però rispose alle sirene del cinema. Dopo alcuni ruoli da comparsa, a 18 anni è già protagonista di un film dal titolo se possibile ancor più esplicito, ‘Manina, ragazza senza veli’, del carneade Willy Rozier. Torna alle comparsate (‘Le grandi manovre’), ma il regista è di ben altro spessore: René Clair.
La sigla BB risale alle sue esperienze da fotomodella e fu coniata nella redazione di Elle, rivista che le dedicò la copertina quando aveva solo 14 anni. Poi un altro botto: nel 1958 la sua immagine comparve ben 29’350 volte su quotidiani e periodici diffusi in tutto il pianeta. Anticipando il ’68 e la rivoluzione sessuale, puntando su un esplosivo mix d’innocenza e spregiudicatezza, è la femmina BB che sceglie e conduce il gioco quando si tratta di questioni amorose, sovente risolte in fretta dopo brevi flirt. Che tuttavia finiscono spesso sui giornali, alla faccia dell’allora sconosciuta privacy. BB è scelta quale nuova Marianna (figura allegorica che rappresenta i valori della Francia), anche perché dice no a Hollywood ed è in grado di portare all’erario transalpino una cifra pari all’esportazione di 250mila Dauphine Renault! Il fenomeno Bardot è definitivamente esploso quando Simone de Beauvoir le dedica un saggio nel quale si legge: “Il suo corpo di ballerina, minuto e muscoloso, è pressoché androgino. La sua femminilità balza esuberante dal suo busto incantevole; le sue labbra accennano un insistito broncio puerile che nel contempo invitano a baciarla; cammina volentieri a piedi nudi e se ne infischia di com’è vestita. Non porta gioielli, non si profuma e non fa uso di nessun artificio. Le sue movenze sono tuttavia lascive: anche un Santo – Dio mi perdoni! – si dannerebbe vedendola ballare”.
La critica cinematografica francese, invece, con lei non è tenera. Siamo in clima Nouvelle Vague e BB ha girato con H.G. Clouzot accanto a Jean Gabin: tanto basta per farne una colonna di quel ‘cinéma de papa’ aborrito da Truffaut&Co. Tuttavia, Louis Malle costruisce su di lei ‘Vie privée’ raccontando le sue avventure amorose e J.L. Godard la vuole (leggi: la usa) sul set di ‘Le mépris’, accanto a Michel Piccoli e addirittura Fritz Lang. Ha alle spalle una sessantina di film quando sulla soglia dei 50 anni dice addio al set. Non c’entra la ‘sindrome della Garbo’, sparita dalle scene a soli 36 anni: BB vuole semplicemente dare un senso più profondo alla sua vita. Da sex symbol si trasforma in animalista ante litteram, battendosi soprattutto per la salvaguardia dei cuccioli di foca. Confessa il suo understatement alla famiglia Le Pen e le paure per il “pericolo islamico”. François Mitterrand si sarà forse pentito d’averle conferito la Legion d’Honneur nel 1985.
In una recente intervista al prestigioso Le Monde, confessa che il suo equilibrio attuale si basa sulla solitudine e sul silenzio. Due “lussi straordinari” che può finalmente godersi. Certo, quel corpo che fece impazzire migliaia di maschietti le tira dei brutti scherzi, obbligandola a usare il bastone, ma non gliene importa: “Quando uno si lamenta, tutti si rompono le scatole ad ascoltarti e i dolori non passano. Allora, meglio non lamentarsi mai. Vivo normalmente, come quando ero giovane, solo con qualche handicap in più”.
Anno 1967, fotografia battuta all’asta da Christie’s nel 2011