Cinema

È morto il regista Laurent Cantet, Palma d'oro nel 2008

Vinse con ‘Entre les murs’, il suo film più famoso, sconvolgendo ogni pronostico. Ha speso una vita intera per le ‘cause giuste’. Aveva 63 anni

1961-2024
(Keystone)
26 aprile 2024
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Il regista Laurent Cantet, Palma d’Oro nel 2008 per il suo film ‘Entre les murs’ (La classe), è morto a Parigi all’età di 63 anni. Stava lavorando a un progetto cinematografico intitolato ‘L’Apprenti’ (L’apprendista), che sarebbe dovuto uscire nel 2025. Era nato a Melle, nella Nuova Aquitania, l’11 aprile 1961. Aveva debuttato con un periodo formativo in televisione e poi come aiuto-regista di Marcel Ophuls per ‘Veillées d’armes’, film sull’assedio di Sarajevo nel 1994.

L’esordio di Cantet come regista avviene con il documentario ‘Un été à Beyrouth’ (1990) e con il cortometraggio ‘Tous à la manif’ (1994, Premio Jean Vigo). Quando arriva in sala la sua opera prima, ‘Risorse umane’ del 1999 (vincitore di due Premi César), Cantet è già un cineasta maturo e consapevole di voler dedicare la sua opera alla realtà della gente comune, a chi fatica ad arrivare alla fine del mese, ai temi sociali. I successivi ‘L’emploi du temps’ e ‘Verso il sud’ (realizzati nei primi anni 2000) lo collocano alla testa di un nuovo movimento del cinema francese, capace di staccarsi dai modelli della Nouvelle Vague. E quando il suo ‘Entre les murs’ – un ritratto pieno di empatia e passione verso il mondo giovanile con tutte le sue paure e speranze – arriva a Cannes, nel 2008, vince la Palma d’oro a furor di popolo, sconvolgendo ogni pronostico e guadagnando nel mondo 30 milioni di dollari. Quattro anni dopo ritorna a Cannes con ‘7 días en La Habana’, segmento del film collettivo ‘La fuente’ che vincerà nella sezione Un Certain Regard. Nel 2014 dedica all’isola caraibica ‘Retour à Ithaque’ (Ritorno a Itaca), gioiello delle Giornate degli Autori alla Mostra di Venezia di quell’anno. La sua carriera si completa nel 2017 con ‘L’atélier’ e ‘Arthur Rambo’ (2021), film sulla nuova generazione dei francesi maghrebini.

Da sempre impegnato nella difesa degli autori e delle minoranze sociali, nel 2010 Cantet militava a fianco dei ‘sans papier’ per la tutela degli immigrati e dei lavoratori dello spettacolo; nel 2017 fondava la prima piattaforma digitale (La Cineteck) per la tutela del patrimonio filmico francese e sosteneva la causa del collettivo 50/50 per la parità di genere; nel dicembre scorso firmava, insieme a 50 colleghi, la lettera aperta per la richiesta di un ‘cessate il fuoco’ a Gaza e per la difesa dei civili palestinesi e la restituzione degli ostaggi israeliani.

Laurent Cantet ha speso una vita per quelle che considerava le “cause giuste” e ha dedicato il suo cinema alle voci più vitali capaci di combattere le storture della società. Con lui il cinema mondiale perde una voce purissima, scevra da ogni compromesso e capace di un’umanità rara, dentro e fuori dal set. ATS/RED