Settimane Musicali

Musica dal tardo Medioevo con effetti speciali

L'argentino Pedro Memelsdorff, ad Ascona con l'Ensemble Mala Punica, omaggia Johannes Ciconia. Appuntamento sabato 21 settembre nella chiesa del Papio

18 settembre 2024
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Studioso eclettico, musicologo, flautista e direttore argentino, Pedro Memelsdorff porta ad Ascona, con l’Ensemble Mala Punica, un programma monografico di mottetti, ballate, e pagine polifoniche di Johannes Ciconia, uno dei principali compositori del Trecento (1370 -1412). Una rarità – nell’ambito delle 79esime Settimane Musicali, sabato alle 19.30 nella chiesa del Papio – ideata da questa icona del filone antico, già membro dell’Hespèrion XX di Savall e attivo in decine di istituzioni musicali nel mondo.

Maestro, la sua attività è principalmente legata al Mala Punica, fondato 37 anni fa. Con quale spirito è nato?

Con spirito esplorativo. Volevamo uno strumento capace di amplificare le inquietudini che il tardo Trecento suscitava in noi, specie nella musica colta: una sorta di ‘avanguardia tardo-medievale’ per molti versi comparabile a quelle del XX secolo. Nel tempo le caratteristiche sono rimaste quelle: non affermare delle verità estetiche o storiche, ma interrogare il repertorio con le nostre interpretazioni.

Quali sono state le produzioni più fortunate?

Malgrado il repertorio a volte sia stato considerato esclusivo, alcune hanno avuto molta diffusione: penso a Missa Cantilena o a Narciso speculando, tra le più vendute nel revival della musica medievale storicamente informata. Di recente abbiamo toccato tematiche di attualità: ad esempio in Exile, un programma che ricorda l’esilio di musicisti trecenteschi o Reworkings, che sottolinea l’aspetto avanguardistico del Trecento, accostandovi opere nuove.

Come è cambiata oggi la musica ‘storicamente informata’?

La circolazione di incisioni discografiche o dal vivo ha dato luogo a veri e propri plagi da parte di ensemble, che clonano interpretazioni altrui e trivializzano tanto il valore artistico dell’introspezione quanto la ricerca originale dei modelli emulati, danneggiando loro stessi e gli altri. Peccato che non vengano ancora utilizzati strumenti legali di protezione, ampiamente usati invece nel pop o nella film-music.

È difficile lavorare sulle fonti originali?

Parte dell’esplorazione sta nello studio di fonti antiche, analizzate sotto molti aspetti: codicologico, paleografico, teorico-musicale, critico-testuale.

Tra le vostre proposte più innovative vi sono mise en scène definite ‘ipnotizzanti’...

Fin dagli esordi abbiamo sviluppato una sorta di teatralità statica. Attraverso le posizioni dei vari musicisti nello spazio creiamo delle atmosfere evocative che contribuiscono non solo all’impatto estetico, ma a disattivare recenti modelli di ascolto come nel concerto classico. Il pubblico viene indotto ad ascoltare e osservare ogni particolare: i silenzi, i rumori, i nessi tra diversi brani, che nell’usuale scansione ‘brano-applauso-brano-applauso’ non avviene.

Quali sono gli aspetti più interessanti nella produzione di Ciconia?

Nei mottetti, eredi di antiche tradizioni venete rivisitate, si evidenzia l’opera di un intellettuale umanista, autore di testi poetici musicati da lui stesso, che addirittura firma con il suo nome.

Cosa c’è di moderno rispetto allo stile tipico dell’ars subtilior, evoluzione dello stile musicale che si osserva alla fine del Trecento nel senso di estrema raffinatezza e sempre maggiore complessità ritmica e polifonica?

Una certa musicologia che analizza il tardo Medioevo ‘visto dal futuro’ considera la tendenza imitativa tra le voci della polifonia ciconiana come premonitrice di idiomi più recenti. Penso invece che le novità (da lui annunciate nel trattato Nova musica) risiedano nel tentativo di stabilire un nuovo statuto per la musica senza parole, in quanto comprensibile per sé stessa. Musica senza parole concepita come un linguaggio, teorizzazione moderna per il suo tempo.

Ci sono particolari chiavi di accesso per gustare meglio questa polifonia?

Abbandonarsi al piacere non guasta mai, ma una chiave può essere quella comparativa: confrontare diversi autori di uno stesso periodo o immedesimarsi nei testi poetici.

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