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Selezioni di teatro tra il Ticino e il ‘Futuro’

Con Julie Paucker, direttrice artistica delle Giornate del Teatro svizzero, dal 23 al 26 maggio tra Bellinzona e Lugano

‘Die Möwe’ (Il gabbiano) di Christopher Rüping (Schauspielhaus Zurigo), giovedì 23 maggio al Lac
17 maggio 2024
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Le Giornate del Teatro Svizzero sono tra i partner promozionali dei Premi svizzeri delle arti sceniche, conferiti ogni anno dall’Ufficio federale della cultura (Ufc). Dal 23 al 26 maggio, in collaborazione con i teatri partner del Ticino – Teatro Sociale Bellinzona, Lac Lugano Arte e Cultura e Teatro Foce – questo festival, come fa da undici anni a questa parte nelle singole regioni linguistiche della Confederazione, diventa palco unico per una selezione (Sélection) dei migliori spettacoli della scena teatrale svizzera e insieme teatro di un programma collaterale su temi di politica culturale, ticinese e svizzera. I destinatari sono molteplici: il pubblico, i professionisti, gli artisti.

Julie Paucker è la direttrice artistica delle Giornate del Teatro svizzero. Ha selezionato in primis sedici produzioni teatrali, scelte per originalità artistica e per la consistenza dei temi trattati; da questa ‘Shortlist’, della quale fanno parte anche il ‘Minotauro’ di Margherita Saltamacchia, ‘Je suisse (or not)’ di Camilla Parini – Collettivo Treppenwitz e ‘Siamo quelli giusti!’ di Lalitha Del Parente (regia di Caterina Filograno), Paucker ha estratto le sei pièce della ‘Sélection’: a Bellinzona andranno in scena ‘Sturm’ di Michael Schröder, tratto dalla Tempesta di William Shakespeare (una coproduzione del Theater St.Gallen con il Komiktheater Ghg Sonnenhalde Tandem), al Teatro Sociale, e la produzione ticinese ‘Alcune cose da mettere in ordine (versione interior)’ di Rubidori Manschaft (presentato all’ultimo Fit Festival), nell’ex stabile Benedettini.

Il Lac di Lugano ospiterà ‘Die Möwe’ (Il gabbiano) di Christopher Rüping, spettacolo per il quale lo Schauspielhaus di Zurigo sarà per la prima volta in Ticino, ma anche ‘El Viaje – Collina d’Oro’, portato dalla Svizzera romanda dal Colectivo utópico (Igor Cardellini & Tomas Gonzales/Anahì Traversi), e ‘Preparation pour un miracle – Catastrophes et magie’, one man show di Marc Oosterhof. Il Teatro Foce ospiterà invece, dalla Svizzera centrale, ‘Introducing Living Smile Vidya’ dell’artista indiana, performer trans e queer Living Smile Vidya.

Julie Paucker, sono sue parole: “Sono interessata alla critica, al poetico, al tragicomico e al commovente, a ciò che stupisce – meno a ciò che è collaudato e tradizionale”. Sono questi i suoi criteri di scelta per la Sélection di quest’anno?

È difficile dire in modo assoluto che qualcosa è “bello” o “interessante” in uno spettacolo, ma è vero che normalmente per la curatela del festival si necessita di spettacoli che possano convincere i professionisti che arrivano da tutta la Svizzera, e dunque servono spettacoli progressisti, ma che abbiano anche la giusta forza estetica per parlare a un pubblico locale, che non è solo composto di professionisti. È questo il challenge della programmazione per un festival così. È vero anche che gli spettacoli che sono belli ma non parlano del nostro tempo mi dicono assai meno degli altri.

Spettacoli che parlino al ‘Futuro’, che è il tema di questa edizione…

È il tema del festival in generale, ma soprattutto del programma collaterale, che vede la collaborazione dei partner territoriali. Per il titolo di questa edizione ho pensato ai tempi che viviamo, politicamente ed economicamente complessi, alle guerre che ci impediscono di guardare al futuro con speranza, cosa che dobbiamo fare comunque, pena il fatto che se non guardassimo avanti, nulla cambierebbe. Lo faremo all’interno di workshop, incontri, atelier impostati al futuro. Ne cito un paio: Feminesto (Feminesto#2: Donne in testa! Laboratorio di cucina e di carriera. Alla ricerca di principi e pratiche di leadership femminista, il 24 maggio al Lac, ndr), che affronta il tema delle donne in posizioni direttive, situazione che la cultura ticinese ancora non contempla, o la discussione sul teatro in Ticino nel 2034 (sabato 25 maggio al Lac, ndr), sul potenziale del teatro ticinese.

Durante la conferenza stampa di presentazione delle Giornate del Teatro svizzero è stata ventilata l’ipotesi di ruotare tra le regioni linguistiche, portando l’evento a Lugano ogni tre anni: quanto è fattibile questa soluzione?

È l’obiettivo. Questa è l’11esima edizione e ogni anno abbiamo cambiato luogo. In Ticino siamo già stati sette anni fa. Stiamo rivedendo questa impostazione e sì, vorremmo tornare ogni tre anni in ognuna delle regioni linguistiche. Abbiamo parlato con la politica e i partner locali ma ancora nulla è deciso, benché essi siano molto interessati. Io sono alla quarta edizione e in Ticino ho un dialogo molto costruttivo con Carmelo Rifici e Gianfranco Helbling. Le Giornate del Teatro svizzero hanno invitato già alcuni spettacoli ticinesi, lavori molto progressisti come quelli di Ticino is Burning, per esempio. C’è una relazione che è cresciuta ed è alla base di questa edizione, una relazione che funziona e semplifica anche la preparazione del festival.

Qual è lo stato del teatro svizzero?

Ho sensazioni abbastanza positive. Lo scorso anno sentivo ancora molto presenti le conseguenze del post-Covid, il pubblico non era tornato, gli artisti vivevano ancora momenti di grande difficoltà. Ora mi sembra che il pubblico stia tornando, smentendo la nostra paura, quella che non sarebbe tornato mai più! (sorride, ndr). Possiamo ricominciare a discutere di strutture, di ruoli, tutti concetti che hanno influenza sugli spettacoli, possiamo ricominciare a parlare di solidità della lingua estetica, una delle qualità che più contano. Parlando dello spettacolo che apre, ecco, ‘Il gabbiano’ diretto da Christopher Rüping ha una lingua estetica molto moderna, basata però su un testo di Čechov, un classico. Rüping è uno dei più conosciuti in Svizzera tedesca e Germania, ha un rapporto molto stretto con attori e attrici, è artista che percorre un cammino moderno, è diretto e non troppo lontano dal pubblico. E cambia, e in questo voler cambiare io ritrovo la grande forza del teatro e della poesia, cosa che mi dà molta fiducia per il futuro.

Su www.journees-theatre-suisse.ch il programma completo