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‘La Sirena’, storie di resilienza del Medio Oriente

Di quelle cui siamo pericolosamente abituati. È il sala il film d’animazione di Sepideh Farsi, monumento alla speranza per le vittime della guerra

Una storia che si ripete, ineluttabile, nella realtà
21 marzo 2024
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Il progressivo ritiro da parte delle truppe statunitensi dal suolo afghano, iracheno, siriano e così via, sembrava suggerire l’arrivo del tanto agognato barlume di speranza per un cessate il fuoco, che è una secolare necessità, in tutto il Medio Oriente in generale. La Mesopotamia del leggendario Gilgamesh e della prima poeta Enheduanna, zona d’influenza incalcolabile sulla cultura indoeuropea e oggi incontro di ben sei diverse nazioni, non ha mancato di conflitti d’ogni sorta, cui siamo ormai pericolosamente abituati. La lotta contro questa minacciosa assuefazione alla guerra diventa necessaria per i personaggi dell’ultimo film della regista iraniana Sepideh Farsi, già presente a Locarno con i documentari ‘Harat’ e ‘Tehran Without Permission’, dal titolo ‘La Sirena’, lungometraggio d’animazione che racconta i bombardamenti di Abadan e l’inizio della guerra Iraq-Iran, nel 1980, dal punto di vista di un quattordicenne resiliente che, con la sua fede incrollabile, condiziona le persone con cui entra in contatto, illuminando, anche solo per un po’, quel cupo teatro di rovina e morte.

Storia di Omid

Un attacco missilistico iracheno alla città di Abadan scatena il caos tra la popolazione, portando all’esodo di civili in fuga e alla chiamata alle armi dei soldati, tra cui molti arruolati volontariamente. Omid è un giovane che decide di non partire con la sua famiglia e di restare invece con il nonno, a causa del fratello, corso al fronte per respingere l’invasione. Mentre prosegue la sua disperata ricerca, il ragazzo consegna cibo, instaurando rapporti con molte persone, molte delle quali nostalgiche, sconfitte e senza motivi per abbandonare la propria terra. Quando un colpo d’artiglieria colpisce il furgoncino delle consegne su cui viaggia, Omid salva il suo capo Farshid, con l’aiuto della bella Pari, di cui si innamora, figlia della nota cantante nonché icona del posto Elaheh. La città sembra a un passo dalla distruzione e Omid cerca un modo per andarsene, riparando una vecchia barca, un lej, con l’aiuto di un abile ingegnere, autore dell’importante e strategica raffineria di petrolio che domina il paesaggio, ora avvolta dalle fiamme. Deciso a salvare le persone che ha conosciuto e con cui ha instaurato un legame quasi familiare, Omid cerca di salpare lungo il fiume, mentre la gravità della situazione si intensifica e il rischio di essere affondati dai cannoni nemici diventa sempre più elevato.

Un approfondimento scrupoloso

‘La Sirena’ è forte di un intreccio impeccabile, ed è un ritratto completo, nella sua concretezza, del durissimo inizio degli anni 80 per l’Iran che, subito dopo la rivoluzione khomeinista, stava già soffrendo le nuove imposizioni dettate dalla shari’a, poco prima dell’inizio degli scontri armati. Non a caso, Omid e il ferito Farshid tentano di dissuadere Pari dall’usare il velo per fermare l’emorragia alla gamba, rivelando quella terribile e nuova paura di essere perseguitati, sopravvissuta nonostante le macerie e i cadaveri li circondino. Il martirio tanto agognato da soldati e patrioti ricade quindi silenziosamente sulle spalle di Omid, che rinuncia a imbracciare un’arma per dedicarsi al sostegno della comunità dei sopravvissuti abbandonati.

‘La Sirena’ non è dunque solo un’esposizione di fatti, ma un approfondimento scrupoloso sulla tridimensionalità della psicologia di personaggi costretti a sopprimere le proprie emozioni e a rifugiarsi dietro ai propri ideali, che non possono però far loro da scudo contro i proiettili e le bombe. L’atrocità delle immagini riesce a risultare più digeribile grazie al racconto in animazione e l’impatto della violenza è sicuramente ridotto, tuttavia non si rinuncia al fulcro tragico emotivo, anche grazie al supporto di una gestione musicale curata e riuscita. Tra le onde travolgenti degli eventi scivola lento il lej di Omid, carico del sogno di un avvenire migliore contro ogni pronostico, portando con sé persone di diverse età, credo e ideologia, insieme diretti verso la sopravvivenza, una storia che si ripete, ineluttabile, nella realtà.