Antidiva per eccellenza, la sua favola s'intreccia con quella di Alex, protagonista del film di Adrian Lyne
Candeline simboliche il 19 dicembre a casa di Jennifer Beals: l'antidiva per eccellenza. La Cenerentola gentile, resa celebre dal successo mondiale di Flashdance, compie 60 anni. Per una singolare coincidenza la sua entrata nella maturità della vita coincide con l'anniversario del suo film identitario: ‘Flashdance’ ha infatti festeggiato il 40esimo compleanno pochi mesi fa, riportato in sala per l'occasione dalla Warner Bros e scelto come film d'apertura alla Mostra di Pesaro nel giugno scorso.
Il regista Adrian Lyne scovò la sua protagonista quasi per caso dal momento che la 20enne Jennifer aveva fatto solo la comparsa tre anni prima ne ‘La mia guardia del corpo’ e al cinema non pensava proprio. Figlia di un commerciante afroamericano di Chicago e di un'istitutrice irlandese, la ragazza sudava sui libri all'università di Yale quando fu chiamata a Hollywood per un provino che lei all'inizio prese per uno scherzo. Sapeva ballare (ma nel film agisce con ben quattro controfigure), sapeva cantare (ma il tema del film è interpretato da Irene Cara), le piaceva recitare, ma dopo l'ultimo ciak tornò senza rimpianti all'università per laurearsi con lode tre anni dopo in letteratura americana.
La favola di Jennifer Beals assomiglia insomma a quella del suo personaggio più famoso, Alex Owens, di giorno operaia saldatrice a Pittsburgh e di notte ballerina di pole dance in locali di terz'ordine. Se Alex incontra il suo principe azzurro sul luogo di lavoro (è il padrone della fabbrica), Jennifer trovò il suo qualche anno dopo nel regista ribelle Alexander Roxkwell, che la ha avuta come interprete di quasi tutti i suoi film anche dopo la fine del matrimonio durato 10 anni. Oggi è sposata invece con lo scenografo canadese Ken Dixon, con cui ha avuto l'unica figlia nel 2005.
L'uscita di ‘Flashdance’ fu segnata da orribili critiche, la più gentile delle quali definiva il film "una serie di videoclip senza profondità narrativa", ma piacque invece moltissimo al pubblico (oltre 200 milioni di dollari d'incasso nel mondo) e la colonna sonora firmata da Giorgio Moroder divenne la musica-simbolo di quel 1983. "Ripenso sempre al regista Adrian Lyne – ha detto Beals in una recente intervista – e a come era incredibilmente entusiasta quando eravamo sul set. Mi piacerebbe molto fare un altro film con lui. Quanto al personaggio di Alex oggi mi sembra ancora più che attuale perché quello che resta è il suo messaggio alle donne: bisogna sempre seguire le proprie passioni”.
Donna volitiva e anticonformista, Jennifer ha mantenuto nel tempo le distanze dalle lusinghe di Hollywood, privilegiando il cinema indipendente e poi la serialità televisiva. “Non potrei mai essere come Julia Roberts – ricordava sorridendo – non ho il coraggio morale per resistere a quel genere di attenzioni”. Infatti, scorrendo la sua filmografia ci si imbatte di rado in tipiche produzioni da Studios. Piuttosto balza agli occhi un costante legame con l'Italia (è apparsa ne ‘La partita’ di Carlo Vanzina ed è indimenticabile in ‘Caro diario’ di Nanni Moretti) e la lunga amicizia con Massimo Troisi per cui organizzò una emozionante rassegna al MoMa di New York nel 1994. La stessa amicizia che per anni l'ha legata a Quentin Tarantino con cui da ragazza ha diviso casa, che la ringrazia nei titoli di coda di ‘Pulp Fiction’ e ha recitato con lei in ‘Four Rooms’ nell'episodio diretto da Alexander Rockwell (1995).
Tra le sue migliori apparizioni sul grande schermo si possono citare ‘In the Soup’ (1992), ‘Il diavolo in blu’ di Carl Franklin (1995), ‘The last days of Disco’ di Whit Stillman (1998), ‘La giuria’ di Gary Fleder (2003), ‘Codice Genesi’ dei fratelli Hughes (2010). Molto più regolare e popolare la sua presenza nei serial televisivi dove si fa le ossa negli anni '90 con vecchi maestri come Clive Donner, Tommy Lee Wallace e Peter Medak e dove diventa una star anticonvenzionale a partire dal 2004 con i 70 episodi di ‘The L World’, in cui la sua Bette è una "femmina Alfa" del mondo omosessuale al femminile. Il successo è stato tale che Beals ha ripreso il ruolo nel 2019 con ‘The L Word: Generation Q’, attualmente ancora in onda e acquisito per l'Italia da La7.
A proposito del suo ruolo e del contesto lesbico di ‘The L World’, Beals ha commentato: “Mi stupisco sempre che il matrimonio tra due donne appaia come una sfida rischiosa. Bisogna rendersi conto che l'amore è davvero una delle cose più straordinarie che si possano sperimentare nella vita. Negare a qualcuno l'amore per un'altra persona a causa del suo sesso è assolutamente assurdo. Si basa sulla paura, paura dell'altro, paura di ciò che non è come te". Tra le sue apparizioni più recenti vanno poi ricordate una nuova serie di ‘Law and Order’ e ‘The Book of Baba Fett’, spin-off dei Mandalorian realizzati da Disney all'interno della saga di ‘Star Wars’. In futuro potrebbe tornare nell'acciaieria di Pittsburgh se il progetto di un reboot di ‘Flashdance’ – di cui si parla ormai da tempo – vedrà la luce: sarà una serie televisiva e per lei è già pronta una partecipazione straordinaria.