A Castellinaria il film, riuscito a metà, che segna il ritorno al cinema di Elliot Page
Sam (Elliot Page) sta finalmente costruendo un equilibrio dopo la sua transizione di genere: da quattro anni condivide un appartamento nel quartiere bohémien di Kensington Market a Toronto, dove lavora in una galleria d’arte. Si sente ormai abbastanza forte per andare nella cittadina di Cobourg, dove è nato e dove ancora vive la sua famiglia: l’occasione è il compleanno del padre ma il ritorno a casa – se può davvero considerare casa il posto dove la sua sofferenza è rimasta inascoltata – si rivela più impegnativo del previsto. Prima ancora di affrontare i genitori, le sorelle e i loro nuovi compagni, Sam incontra Katherine (Hillary Baack), sua amica e compagna ai tempi del liceo. Sam adesso è un uomo, lei invece si è sposata e ha due figli, ma entrambi ricordano bene i sentimenti provati vent’anni prima e che, come scoprono dopo le prime frasi di circostanza, non riguardano solo il passato. E per Sam c’è, ovviamente, l’incontro con la famiglia: i genitori (Wendy Crewson e Peter Outerbridge), le sorelle (Janet Porter, Alex Paxton-Beesley) e i loro nuovi compagni, desiderosi di mostrarsi aperti e accoglienti, ma anche profondamente a disagio con la sua transizione.
‘Close To You’ di Dominic Savage, proiettato oggi a Castellinaria nel concorso Young e in replica il 21 novembre alle 8.30 del mattino al Cinema Forum, si muove tra queste due storie: il ritorno di un amore apparentemente dimenticato e il tentativo di ricostruire dei legami familiari fortemente compromessi dalle passate incomprensioni. Nelle intenzioni di Savage (e Page, visto che il soggetto del film è di entrambi) la prima storia doveva avere maggior importanza della seconda: ‘Close To You’ avrebbe dovuto essere non un film su una persona transgender che si confronta con i parenti, ma il film di un amore ritrovato nel quale uno dei due protagonisti ha fatto la transizione di genere. Sarebbe stato un film molto interessante, per come avrebbe normalizzato un tema che continua a suscitare diffidenza (come conferma la storia, fuori dallo schermo, di Elliot Page con le polemiche quando nel 2020 aveva annunciato la sua nuova identità di genere). Solo che delle due sottotrame, è proprio la storia d’amore con Katherine a risultare più banale. La colpa qui è tutta di Savage, anche se più come sceneggiatore che come regista. Il suo metodo di lavoro è infatti “semi-improvvisato”: il regista scrive infatti una sceneggiatura dettagliata ma senza dialoghi che vengono lasciati ad attori e attrici. Così gli incontri tra Page e Baack appaiono forzati e innaturali, ricordando ogni tanto delle brutte telenovelas, mentre le situazioni familiari si rivelano molto più autentiche e forti. Tutto funziona, quando Sam è in casa, dalle scuse della madre quando sbaglia un pronome alle premurose domande delle sorelle fino all’intenso dialogo con il padre. In particolare, ‘Close To You’ riesce a raccontare con cura il peso delle micro-aggressioni e dell’accettazione superficiale di chi non è disposto a mettersi davvero in discussione. Ma la vera forza del film è la straordinaria interpretazione di Elliot Page: il suo Sam è un personaggio complesso che oscilla tra la sicurezza conquistata nella nuova vita e le insicurezze che riaffiorano nel confronto con il passato.
‘Close To You’ è un’occasione persa a metà: si fosse lavorato diversamente sulla relazione tra Sam e Katherine, il film sarebbe stato molto più incisivo.
Domani sarà il giorno di Umberto Orsini, protagonista del film ‘Trifole’ che sarà proiettato alle 20.30, preceduto dal cortometraggio ‘Favourites’ di Nick Russell.
Alle 18, sempre per il concorso Young, sarà presentato ‘L’histoire de Souleymane’ di Boris Lojkine, storia di un rider in attesa del colloquio per il diritto d’asilo; ad accompagnare il film, il cortometraggio svizzero d’animazione ‘Sans Voix’ di Samuel Patthey.