Autore poetico, estraneo ai canoni del cinema socialista, è morto a Tbilisi, sua città natale. Aveva 89 anni
Il regista e sceneggiatore georgiano naturalizzato francese Otar Iosseliani, autore di acclamati film dallo sguardo malinconico e talvolta sarcastico sui comportamenti umani, è morto oggi nella sua città natale di Tbilisi, capitale della repubblica caucasica della Georgia, all'età di 89 anni. È stato più volte ospite del Locarno Film Festival. La notizia della scomparsa è stata confermata dal quotidiano francese Le Monde, dopo l'annuncio dato da un suo amico, il fotografo Yuri Rost, sul canale Telegram, e rilanciato dal giornale russo Pravda.
Con i suoi film che rifiutano apertamente la trama romanzesca e la psicologia, per interessarsi unicamente alle azioni di personaggi osservati a distanza, Iosseliani è anche stato premiato per tre volte alla Mostra del Cinema di Venezia e ha conquistato i riconoscimenti dei festival di Cannes e Berlino. A lungo vittima della censura in Unione Sovietica fin dagli esordì agli inizi degli anni ‘60, per la sua poetica inclassificabile e sovversiva rispetto ai canoni del realismo socialista, dal 1982 Iosseliani si era rifugiato in Francia, stabilendosi a Parigi. Da meno di un decennio era tornato a Tbilisi, dove era nato il 2 febbraio 1934.
Iosseliani studiò pianoforte al conservatorio della capitale della Georgia dal 1944 al 1953. Trasferitosi a Mosca, si iscrisse alla Facoltà di Matematica, che frequentò per due anni (1953-1955), per poi abbandonarla e iscriversi alla Vgik, l'Università di cinematografia, dove ebbe come insegnante Aleksandr P. Dovženko.
Diplomatosi nel 1961, realizzò il mediometraggio, ’Aprile‘ (1962), che però non ottenne l'autorizzazione a circolare. Il suo primo lungometraggio, ’La caduta delle foglie‘ (1966), venne premiato con il Fipresci al festival di Cannes; poi diresse ’C'era una volta un merlo canterino‘ (1971) e quindi ’Pastorale‘ (1976), che tuttavia fu bloccato per diversi anni in Urss.
Dopo il premio speciale a ’Pastorale‘, proiettato per la prima volta al Festival internazionale del Cinema di Berlino nel 1982, Iosseliani lasciò l'Unione Sovietica e si trasferì in Francia dando vita a una nuova fase creativa segnata da film assai elogiati dalla critica: ’I favoriti della Luna‘ (1984), ’Un incendio visto da lontano‘ (1989), ’Briganti‘ (1996), tutti e tre premi speciali della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, e ’Lunedì mattina' (2002), con il quale ottenne l'Orso d'argento per la regia al Festival di Berlino.