È morta all'età di 87 anni, dopo sei decenni di carriera e una ventina di album pubblicati. Fu tra i nomi di Estival Jazz nelle edizioni 1986 e 1999
Il mondo del jazz dice addio alla sua first lady Carla Bley: la celebre pianista, autrice di alcune delle composizioni jazz più amate, è morta a 87 anni nella sua casa di Willow, un villaggio nello stato di New York. Lo ha annunciato il terzo marito e stretto collaboratore Steve Swallow. Fatali le complicazioni derivate da un tumore al cervello. In una carriera di sei decenni come compositrice, arrangiatrice e anima di una band, Bley fu apprezzata sia per le sue opere di avanguardia che per quelle più classiche, registrate in una ventina di album tra 1966 e 2020. L'ultimo, pubblicato tre anni fa, s'intitola ‘Life Goes On’.
Negli anni Sessanta e Settanta, con il secondo marito, l'austriaco Mike Mantler, Carla Bley aveva fondato la Jazz Composer's Orchestra e il no profit New Music Distribution Service, che aveva lo scopo di aiutare i musicisti alle prese con problemi economici. Tra i brani più famosi da lei firmati ci sono ‘Ida Lupino’, ‘Lawns’ e l'opera jazz-rock ‘Escalator Over the Hill’, pubblicata su tre Lp, che nel 1973 vinse il francese Grand Prix du Disque (libretto del poeta Paul Haines e, nel cast, Linda Ronstadt e Jack Bruce dei Cream). Nel 2015 Carla era stata riconosciuta come una Jazz Master dal National Endowment for the Arts Jazz Master: “Quando per la prima volta andai in tourneè in Europa – raccontò allora – il pubblico ci tirava addosso di tutto: per lo più frutta, ma anche bottiglie. Era meraviglioso. Amavo tutto quello che era fuori dalla norma”.
Nome alla nascita Lovella May Borg, Carla era stata avvicinata alla musica dal padre Emil, organista di una chiesa della California che fu anche il suo primo insegnante di pianoforte. Con un'infanzia dominata da servizi religiosi piuttosto che film e cultura pop, ebbe a 12 anni il primo assaggio del jazz a un concerto di Lionel Hampton: una folgorazione. A 17 anni si trasferì a New York in autostop; fece la ‘cigarette girl’ al Birdland, il club del Village dove suonava la Count Basie Orchestra e dove la notò il grande pianista Paul Bley, che nel 1957, diventato il suo primo marito, la incoraggiò a scrivere. In quegli anni Carla frequentò e collaborò con alcuni dei principali musicisti di avanguardia, dal trombettista Don Cherry al contrabbassista Charlie Haden al vibrafonista Gary Burton. In seguito, Bley collaborò con molti musicisti rock, e continuò a lavorare agli arrangiamenti della Liberation Music Orchestra di Charlie Haden, leggendaria formazione che unì il jazz sperimentale alla musica politica folk e tradizionale. Con il suo sextet, Carla Bley fu tra gli ospiti delle edizioni 1986 e 1999 di Lugano Estival Jazz.