Spettacoli

È morto a 92 anni il pianista jazz Ahmad Jamal

Compositore pluripremiato, amico di Miles Davis e leader di band la cui carriera ha attraversato più di sette decenni

Ahmad Jamal
17 aprile 2023
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Era noto per il suo stile rilassato e per la sua influenza sulla leggenda del jazz Miles Davis. Il pianista Ahmad Jamal è morto all’età di 92 anni, come riportato dai media statunitensi, che citano la figlia Sumayah. Il jazzista è morto domenica scorsa nella sua casa di Ashley Falls, nello stato americano del Massachusetts, 240 chilometri a ovest di Boston. Le complicazioni del cancro alla prostata sono state addotte come causa, come riportato dal New York Times e dal Washington Post.

La carriera di Jamal, anche compositore e band leader, ha attraversato più di sette decenni durante i quali il pianista ha ritirato molti premi importanti, tra cui il prestigioso Ordre des Arts and des Lettres francese nel 2007 e un Grammy Lifetime Achievement Award nel 2017. Nato come Frederick Russell Jones nell’estate del 1930 a Pittsburgh, da padre operaio in un’acciaieria e madre collaboratrice domestica, Jamal iniziò a suonare il pianoforte all’età di tre anni. Dopo essersi diplomato, si trasferì a Chicago, luogo della sua conversione all’Islam, da cui il nome di Ahmad Jamal.

Visibilità, una scelta

Il musicista ebbe la sua svolta nel 1958 con l’album ‘Ahmad Jamal at the Pershing: But Not For Me’. Seguirono numerosi altri lavori. Questo disse di lui Miles Davis, legato a da grande amicizia, per il quale Jamal fu di estrema influenza ai tempi del primo quintetto del trombettista: “Mia sorella mi chiamò da una cabina telefonica del Persian Lounge di Chicago e mi disse (...) ‘Senti, c’è questo pianista che sto ascoltando in questo momento, si chiama Ahmad Jamal e penso che ti piacerà’. Lo andai a sentire quando fui a Chicago e mi entusiasmò con il suo uso dello spazio, la sua leggerezza, il suo understatement, il suo lirismo e il suo fraseggio.(...) Ho sempre pensato che Ahmad Jamal fosse un grandissimo pianista che non ha mai avuto il riconoscimento che gli spettava’.

Fu il temperamento di Jamal, poco portato al vagabondare del jazzista e all’opposto dell’affarismo musicale, a dargli visibilità limitata. Il suo non voler lasciare il Midwest per la più ‘musicale’ New York fu un’altra delle rinunce ai riflettori, scelta invece preferita da tanti omologhi, dalla ben diversa attitudine. Negli anni ’60 e ’70, Jamal arrivò addirittura a ritirarsi a Chicago per dirigere il proprio club, l’‘Alhambra’.

Anche il mondo dell’hip-hop – da Jay-Z a Nas – ha attinto dai suoi servigi, campionando il suo pianoforte.

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