A colpire il pubblico ‘As Sacrificadas’ e ‘And How Miserable Is Home Of The Evil’.
Si svolge a Verona, una delle città italiane più turistiche, capace di vendere mondialmente l’Aida nell’antico anfiteatro, noto come Arena, e di vestire ogni storia con il manto di Giulietta e Romeo che il grande Bardo si sognò di ambientare in una luttuosa città. E si svolge fuori dalle rotte turistiche, per un pubblico più attento alla ricerca di altre immagini, una longeva manifestazione. È il San Giò Verona Video Festival, la cui Giuria, quest’anno, tra una quarantina di pellicole, ha scelto quale migliore un film filo americano come ‘Rise And Shine’, diretto dal talentuoso direttore della fotografia Alessandro Zonin, qui prestato alla regia. Ma a colpire il folto pubblico sono stati soprattutto lo svizzero-portoghese ‘As Sacrificadas’, scritto e diretto da Aurélie Oliveira Pernet, cinematograficamente cresciuta a Losanna, un film che racconta della demenza degli anziani e della fatica cui sono costrette soprattutto le figlie per accudirli, e il marocchino “Borj El Mechkouk” – favola amara e vera sulla siccità che condanna l’intera Africa alla forzata migrazione, firmata da Driss Aroussi. Mentre a far discutere fino a notte fonda, dopo le due, sono stati due film: lo svizzero ‘And How Miserable Is Home Of The Evil’ di Saleh Kashefi, crudissimo j’accuse a qualunque potere religioso, e ‘Il gregge’ del video artista Flavio Sciolè, in cui il parallelo tra un’umanità schiavizzata e il comportamento di un gregge risulta clamorosamente evidente e inquietante.
Un altro film coprodotto dalla Svizzera, e che si era già visto a Locarno (Pardino d’oro al Festival 2022) e poi a Rotterdam, è ‘Euridice, Euridice’, di un’altra ex studente di cinema a Losanna, Lora Mure-Ravaud. Qui la Giuria ha premiato l’attrice protagonista, Ondina Quadri, con questa motivazione: “Per la costante ricerca della coreografia nel movimento, per l'uso bruciante dello sguardo nei dialoghi muti con gli altri personaggi, per il fluire quasi musicale delle forme nell'intreccio dei corpi di una sensualità tanto estrema da divenire disincarnata”.
Il Festival si è chiuso alla presenza del regista Franco Piavoli, ben conosciuto a Locarno, di Mario Brenta, della regista belga Karen de Villers e del regista belga Paolo Zagaglia, che ormai cieco, ha qui presentato il suo ultimo film ‘Pensees erratiques’, sul dolore di ricordare che tutti ci accomuna (eravamo un giorno…).