L’attore riporta sul palco il vagabondo che ripercorre vita e scelte che lo hanno potato a vivere sulla strada. Dal romanzo di Margaret Mazzantini
"Zorro mi ha aiutato a stanare un timore che da qualche parte appartiene a tutti. Perché dentro ognuno di noi, inconfessata, incappucciata, c’è questa estrema possibilità: perdere improvvisamente i fili, le zavorre che ci tengono ancorati al mondo regolare. Chi di noi in una notte di strozzatura d’anima, bavero alzato sotto un portico, non ha sentito verso quel corpo, quel sacco di fagotti con un uomo dentro, una possibilità di se stesso?". Parole di Margaret Mazzantini, autrice di ‘Zorro. Un eremita sul marciapiede’, romanzo breve pubblicato nel 2004 da cui è stato tratto uno spettacolo teatrale che torna sulle scene dopo circa vent’anni.
Protagonista è Sergio Castellitto (marito della Mazzantini), nei panni di un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e nel mentre riflette sul significato della vita. Un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone ‘normali’. Capace di restituire attraverso una sorta di ‘filosofare’ allegro e indefesso il ‘sale della vita’, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza.
"I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che non hanno, ma anche di tutto ciò che ci manca – afferma ancora la scrittrice –. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio. Chi di noi non ha sentito il desiderio di accasciarsi per strada, come marionetta, gambe larghe sull’asfalto, testa reclinata sul guanciale di un muro? E lasciare al fiume il suo grande, impegnativo corso. Venirne fuori, venirne in pace".
Lo spettacolo va in scena al Cinema Teatro Chiasso sabato 11 (ore 20.30) e domenica 12 febbraio (ore 17).