Sei documentari e una fiction nella Selezione che il festival dedica alla protezione dell’ambiente
Un anno di riflessione, un’edizione, quella del 2020, resa fantasma dal Covid. Un'ombra che pesa ancora. Per Cannes, il festival cinematografico più importante al mondo, non si trattava di riprendere l'attività indifferente a quanto successo. Se per anni, attraverso il cinema, Cannes ha misurato la temperatura sociale e civile di questo nostro pianeta, ora con decisione riprende le redini del suo destino scegliendo come missione vista l'urgenza della situazione, la protezione dell'ambiente.
Questa preoccupazione del Festival di Cannes non mancherà di riflettersi nella Selezione ufficiale, ma l’ecologia della speranza arriverà sugli schermi della Croisette con una propria Selezione di film: un film sceneggiato e sei documentari; due viaggi di attivismo per i giovani, due racconti di catastrofi, notizie dall'Africa e una spedizione negli angoli più remoti del mondo per mostrare la bellezza della Terra. Il film di fiction è “La Croisade” (La crociata) di Louis Garrel (Francia), con lo stesso Garrel, Laetitia Casta e Joseph Engel. Per Garrel è il terzo film da regista ed è stato scritto con Jean-Claude Carrière (il mitico sceneggiatore di Buñuel), scomparso lo scorso 8 febbraio a Parigi. E la storia nasce proprio dalla sua visione surrealista: una finzione in cui i bambini prendono le redini per proteggere il pianeta, e in cui gli adulti sono alienati dalle preoccupazioni dei bambini che vogliono salvarsi. Tra i documentari ‘Marcher sur l'eau’ (Sopra l'acqua) di Aïssa Maïga, una coproduzione tra Niger e Francia: si tratta di un film-inchiesta per rispondere a una domanda oggi angosciante: l'accesso all'acqua è correlato all'accesso all'istruzione per le ragazze nei paesi dell'Africa subsahariana? Aïssa Maïga si è recata in Niger tra il 2018 e il 2020 per filmare uno dei tanti villaggi vittima del riscaldamento globale, e il suo sguardo si è posato su una bambina in attesa che si costruisca un pozzo che non la costringa a consumare la vita nella ricerca di acqua. ‘Invisible Demons’ (Demoni invisibili) di Rahul Jain (India) è un documentario horror dove i demoni invisibili sono le polveri sottili che avvelenano Nuova Delhi, un vero inferno ecologico. Cyril Dion – scrittore, regista, poeta e attivista ambientale francese – ha dato a questa selezione sull’ambiente della 74a edizione del Festival di Cannes il suo nuovo ‘Animal’, resoconto di un viaggio fatto con due adolescenti attraverso il collasso delle biodiversità. Il grande Zhao Liang, regista non amato dalla sua Cina che lo ritiene comunque indispensabile per le sue analisi ecologiche necessarie, porta il suo nuovo ‘I Am So Sorry’ (Cina), un documentario poetico e stimolante sul pericolo dell’energia nucleare, un viaggio da Chernobyl a Fukushima, esempi chiari e tangibili. Due documentariste francesi affrontano il tema a loro modo: si tratta di Flore Vasseur con ‘Bigger Than Us’ coprodotto da Marion Cotillard, che si occupa dell'inquinamento da plastica in Indonesia e di Marie Amiguet che nel suo ‘La Panthère des neiges’, racconto dell'attesa di un animale mitico per scoprire l’inattesa bellezza del mondo.
Ecco il racconto d'ambiente di Cannes, che intanto chiama anche noi giornalisti a partecipare alla lotta ecologica pagando una tassa-contributo per salvare l’ambiente: è la prima volta che il Festival chiede qualcosa, tessera e cataloghi e altro sono sempre gratuiti, è solo una necessaria richiesta per l'ambiente in cui andiamo a vivere e si paga volentieri.