In una Mostra del cinema in cerca di identità riempie le sale l'intenso ‘Joker’ di Todd Phillips con un magnifico Joaquin Phoenix
Giornate di follia al Lido di Venezia – con file inumane per i film più attesi e sale letteralmente vuote per i film che non presentato in cartellone divi da tappeto rosso. C’è ormai una frattura netta tra il cinema e il prodotto cinematografico, e questa che dovrebbe essere una Mostra di Arte Cinematografica da tempo ha rinunciato al suo impegno istituzionale; pagando in modo clamoroso il fatto di non aver mercato la Mostra ha trasformato la sua selezione ufficiale in mercato, finendo per condividere gran parte dei film con il ben più potente Festival di Toronto.
Ecco spiegata così l’invasione di un’orda di pubblico ineducato cinematograficamente per un week end in cui la manifestazione veneziana ha calato i suoi assi, a cominciare da quel ‘Joker’ di Todd Phillips che – gran film – ha lasciato perplessi quelli che si aspettavano azione e violenza à go go regalando insieme a una Gotham City meno dark di quella cui ci ha abituato Batman, un Joker protagonista che nulla ha della gratuita violenza incarnata da un Jack Nicholson, per mostrarsi tutto nella sua crudele inumanità. Nella sua clamorosa voglia di amore, nel suo supremo essere vittima prima di carnefice. Todd Phillips impone un personaggio drammaticamente shakespeariano – non un Amleto, ma un non identificato Jorick, conscio del suo doloroso memento mori. Un personaggio che per parte del film si sente più che buffone un victorhughiano Gwynplaine ed è in questo ruolo di denuncia che il film rende alla sua figura una dignità ignorata dal personaggio dipinto da Nicholson.
Il Joker/Arhur del regista, un Joaquin Phoenix in gran spolvero, ha il peso di un eroe scuro, ma prima di tutto di un uomo che prova a esserlo, nonostante l’handicap, nonostante il dolore, nonostante i sogni, perché ha ragione Sigismondo, il principe raccontata da Calderon de la Barca: la vita è un sogno. E il film è forse tutto un sogno, pur con il peso impossibile del dolore di essere vivi. Tra i protagonisti un sempre bravo Robert De Niro e una interessante Zazie Beetz.