Società

Dagli Arabi a Napoli, oggi si festeggia la pasta

Il 25 ottobre è il World Pasta Day, la giornata che celebra l’alimento simbolo della dieta mediterranea e riconosciuto come patrimonio dell’umanità

(Keystone)
25 ottobre 2022
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Lunga o corta, al dente o più cotta, fresca o secca: in tutte le sue forme e modi di consumo e cottura, la pasta rappresenta sicuramente uno dei cardini della dieta mediterranea, nonché uno dei cardini del Made in Italy e riconosciuta persino dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. In onore del prodotto fra i più declinati in ricette tradizionali e innovative, oggi in tutto il mondo si celebra il World Pasta Day, la giornata mondiale della pasta, giunta alla sua 24esima edizione e curata dall’International Pasta Organization e dall’Unione italiana Food. Per tale ricorrenza è stato scelto il 25 ottobre in quanto nello stesso giorno del 1995 si tenne il primo World Pasta Congress, con la presenza di 40 produttori da tutto il mondo.

Le origini della pasta come la conosciamo noi, ovvero essiccata per il consumo e la lunga conservazione, risalirebbero al IX secolo e farebbero capo agli Arabi, che già nel IX secolo parlavano di un alimento simile alla pasta. Nel 1154, lo storico arabo Al-Idrisi, parlando del paese di Trabìa, in provincia di Palermo, menzionava un impasto a base di farina filiforme, detto "triyah", probabilmente antenati dei nostri spaghetti o vermicelli, e che veniva prodotto in quantità tali da essere ampiamente esportato. La "consacrazione" si ebbe poi a Napoli nel Seicento, in occasione di una tremenda carestia: l’invenzione contemporanea della gramola, che rende omogeneo l’impasto e il torchio per la trafilatura, che permette di pressare la pasta e darle la forma e lunghezza desiderata, consentì di abbattere il costo e rendere la pasta un alimento fruibile facilmente dalle classi popolari. L’arrivo dei pomodori dalle Americhe completò la creazione del tradizionale piatto di pasta ampiamente replicato nell’immaginario collettivo, dall’enorme piatto di maccaroni che "provoca" Alberto Sordi in "Un americano a Roma", al travisatissimo simbolo dell’Italia negli Stati Uniti rappresentato dalle ormai famigerate Fettuccine Alfredo, fino alle infinite diatribe sulla carbonara.