Società

Paesaggi sonori per la cura dei bambini

Al Forum cultura e salute Antti Ikonen racconta il progetto di ‘soundscape’ nel nuovo ospedale pediatrico di Helsinki

Il New Children’s Hospital di Helsinki
26 novembre 2021
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Incontro Antti Ikonen nella sala dell’albergo luganese che lo ospita per i giorni del Forum cultura e salute. Intorno a noi i rumori del bar, la macchina del caffè, i passi e le voci del personale e degli altri ospiti e, pervasiva, l’innocua musica pop diffusa da alcuni altoparlanti. «Quello di cui parlerò non ha nulla a che vedere con tutto questo» ci spiega indicando l’indefinita sorgente delle canzoni. Ikonen è intervenuto, ieri pomeriggio, alla prima giornata del convegno per presentare il ‘soundscape’ – termine che potremmo rendere come ambiente o paesaggio sonoro – che ha realizzato per il nuovo ospedale pediatrico di Helsinki.

Oggi i lavori del forum proseguono al Lac con una prima parte dedicata alle prove scientifiche degli effetti positivi delle attività culturali sulla salute delle persone, seguita da una breve rassegna di “buone pratiche” e alcuni progetti locali, ma il tema della prima giornata del convegno, ieri al Teatro dell’architettura di Mendrisio, è stata l’umanizzazione degli spazi di cura. Si è discusso di architettura, di arti visive, ma la salute come la intende l’Oms – la definizione ufficiale fa riferimento, come è stato ricordato in apertura dei lavori, non alla semplice assenza di malattia ma al benessere fisico, mentale e sociale – passa anche dal suono. «L’acustica degli spazi, innanzitutto: il rumore ambientale, suoni che rimbombano, porte che sbattono… ma su questo architetti e ingegneri hanno fatto un ottimo lavoro» ci spiega Ikonen. E poi c’è il sistema di ‘soundscape’ che Ikonen, insieme ai suoi studenti – insegna Sound design and music alla Aalto University –, ha realizzato con ben sessanta altoparlanti distribuiti nell’edificio.

Ikonen si è occupato di musica «sotto praticamente tutti gli aspetti: l’unica cosa che mi manca è comporre le musiche di un lungometraggio, ma per il resto c’è tutto, radio, tv, videogiochi, installazione artistiche, pubblicità radiofoniche… ero anche un musicista, un tempo, ma adesso non ho più tempo».

Come è arrivato a occuparsi del paesaggio sonoro di un ospedale pediatrico? «L’ospedale è stato finanziato in buona parte dal governo finlandese e dalla città di Helsinki ma sono state fatte molte donazioni da parte di privati e aziende, molte delle quali con lo scopo di rendere l’ambiente il più accogliente possibile per i bambini». Le foto che troviamo online dell’edificio, con la facciata colorata e gli interni spaziosi e variamente decorati confermano le parole di Ikonen. «La direzione dell’ospedale ha voluto investire anche nell’esperienza acustica dei bambini e così un membro del consiglio d’amministrazione mi ha contattato per chiedermi se con i miei studenti potevo sviluppare un paesaggio sonoro». Un’opportunità che Ikonen ha subito voluto cogliere, anche perché l’edificio era ancora in costruzione «potevamo quindi sviluppare soluzioni che nascevano con gli spazi, non aggiunte dopo».

A distinguere questo progetto da altri lavori di soundscape che Ikonen ha realizzato non c’è solo la dimensione: si tratta del primo paesaggio sonoro in un luogo di cura. «In uno spazio commerciale è tutto diretto: il committente decide quale musica vuole e la si implementa. In un ospedale il discorso è invece più complesso e in primo luogo bisogna pensare agli “utenti principali”, nel nostro caso i bambini. Poi ci sono i genitori che devono capire come quei suoni migliorino l’esperienza dei propri figli. Infine c’è il personale che trascorre lì molte ore al giorno per mesi e anni. Dobbiamo trovare un equilibrio tra l’esperienza dei pazienti e le esigenze di medici e infermieri che lavorano e che non devono essere disturbati». Un equilibrio dinamico, dal momento che dopo una prima implementazione del paesaggio sonoro si è cercato di capire come migliorarlo, raccogliendo impressioni e lamentele. «E in alcuni casi il personale infermieristico si è lamentato di suoni che però non erano i nostri: c’è stato ad esempio un problema con un rumore di acqua che scorre negli ascensori, ma abbiamo scoperto che era una tubatura non isolata acusticamente».

Suoni della natura

«La musica che troviamo in luoghi come alberghi e centri commerciali è una playlist, un elenco di canzoni prestabilito, prima questa poi quest’altra eccetera… in ospedale il paesaggio sonoro è prodotto da un generatore di suoni che parte da alcuni “ingredienti” che ritroviamo ma che non si ripetono mai allo stesso modo». Come avviene in natura: pensiamo ai suoni del vento, della pioggia, della neve che cede sotto i nostri passi quando d’inverno camminiamo in montagna: lo stesso suono ma in combinazioni sempre differenti, «non c’è un loop che si ripete in continuazione».
Quali suoni sono stati utilizzati? «Ci siamo basati su varie ricerche su che tipi di suoni che fanno sentire meglio ogni essere umano. Ci sono alcune regole: i suoni della natura sono generalmente piacevoli, ma possiamo anche aggiungere elementi musicali o anche suoni di fantasia, importanti per i bambini che hanno l’immaginazione molto più sviluppata di noi adulti». Ma la cosa su cui più insiste Ikonen è evitare ripetizioni: «La ripetizione non è naturale e noi dobbiamo imitare la natura nel nostro paesaggio sonoro».
Il paesaggio sonoro sviluppato per l’ospedale pediatrico di Helsinki, precisa Ikonen, non ha a che fare con la musicoterapia e neanche con certe teorie secondo cui i suoni devono risuonare con non meglio precisate frequenze cerebrali. «È più una questione di design d’interni, come chiederci quale colore è più bello per le pareti o il pavimento: non vogliamo realizzare opere d’arte, decoriamo lo spazio acustico dell’ospedale con elementi che speriamo lo renda più accogliente per i bambini».
È il primo ospedale che fa un lavoro simile? «Che io sappia sì, è il primo progetto così strutturato e integrato nell’edificio, ma esperimenti di spazi sonori sono stati fatti in Italia e in Germania».
È la prima volta che presenta in un convegno questo progetto di paesaggio sonoro? «Sì e no: ho fatto presentazioni in congressi di sound design e in università, ma mai in un convegno in cui il tema è la salute. È la prima volta che non mi ascolteranno esperti di musica o acustica, ma persone provenienti dal mondo della cultura e da quello della cura. È molto stimolante».