Società

Moon&Stars e Locarno Festival: ‘Consci che possano saltare’

Il sindaco Alain Scherrer sulle kermesse musicali, cinematografiche e l'intera proposta estiva: ‘Anche se a malincuore, l'emergenza sanitaria prima di tutto’

Alain Scherrer, sindaco di Locarno (Ti-Press)
2 aprile 2020
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“Ticino, tieni duro” scrivevano quelli di Moon and Stars lo scorso 26 marzo, quando l’idea di un’estate senza stelle iniziava a farsi largo tra organizzatori, enti coinvolti e appassionati di open air e festival vari. “Insieme ai nostri partner, la Città di Locarno e l’Organizzazione Turistica Lago Maggiore e Valli, facciamo tutto il possibile per organizzare il Moon & Stars nella sua forma conosciuta” diceva Energy Schweiz. E la forma conosciuta è il bagno di folla che va dalla Piazza Grande fin quasi alle rive del lago per un evento che si apprestava quest’anno a 'invadere' Locarno in modo ancor più armonico che in passato (armonico con i commercianti al di fuori del ‘ring’).

«Siamo come tutti in attesa di capire l’evolversi della situazione» spiega il sindaco Alain Scherrer alla ‘Regione’. È chiaro che Moon & Stars è evento importantissimo per la regione e da parte nostra vi è la ferma volontà di mantenerlo. È altrettanto ovvio, però, che se le condizioni sanitarie e tutte le misure che dovessero essere intraprese non lo consentiranno, a malincuore questo evento salterà. Nel frattempo ci stiamo muovendo e preparando affinché possa avere luogo». E se la forma conosciuta non fosse possibile, sindaco Scherrer, potrebbe essere presa in esame una forma non conosciuta, dunque inedita? «Con Moon & Stars non siamo ancora entrati nel merito di un’edizione differente per forma e modalità. Si può anche pensare, ma in questo senso è necessario confrontarsi e noi siamo disponibili a valutare soluzioni alternative».

E tutto il resto

Le incognite non sono soltanto musicali, ma restano anche sul fronte Locarno Festival. E in realtà «valgono per tutti gli eventi, e non sono pochi, che riguardano il Locarnese nella bella stagione. Non sappiamo quando raggiungeremo il picco dei contagi, non sappiamo quando i numeri cominceranno a scendere, men che meno sappiamo come sarà la ripresa, che immagino non sarà come spostare un interruttore da ‘on’ a ‘off ’, come se nulla fosse successo. Mi attendo misure precauzionali dal punto di vista sanitario, da applicarsi a tutti gli eventi che abbiamo in previsione, in primis a quelli di spicco relativi alla stagione estiva». In soldoni: «Ci adegueremo a quanto accadrà. L’obiettivo è sempre quello di fare il massimo, ma è necessario mettersi nella forma mentale che esiste la forte possibilità di un ridimensionamento se non addirittura di un annullamento di queste grandi manifestazioni, e di quelle più piccole. A malincuore, s’intende».

Spettatore/i

“Già il saggista francese Alexis de Tocqueville l’aveva previsto: non tutti i percorsi democratici sono una lunga passeggiata in discesa”. Si apre così la lettera alla cittadinanza firmata Alain Scherrer nelle bucalettere dei locarnesi da questa mattina; locarnesi ai quali, di fronte alla scelta “libertà o sicurezza” che alla cittadinanza tutta s’impone, viene caldeggiato “il rispetto della comunità” fondato sull’isolamento e sull'applicazione puntale delle norme salvavita. Pertanto: “Ci sono tempi in cui è impossibile restare spettatori passivi, e scegliere di rimanere a casa propria ora è quanto di più proattivo ognuno di noi possa fare”.

Vai, però, a chiedere al frontman della Vasco Jam di fare lo spettatore: «Ieri sera guardavo anche io ‘Musica che unisce’. Ho ancora la pelle d’oca per Ermal Meta che ha cantato ‘Hallelujah’. Che intensità, che voce. Dicevo a mia moglie quanta voglia ho non solo di fare concerti, ma di stare con la gente, di tornare ad abbracciarla. Sono una persona molto fisica. L’abbraccio, il bacio e tutte queste cose mi mancano molto. E se si parla di contatto umano, il concerto è uno dei momenti privilegiati. Ma ora è fondamentale che le cose restino come sono adesso».