I due studiosi hanno ottenuto il riconoscimento per gli studi sulla tecnologia che ha permesso di realizzare un vaccino in brevissimo tempo
Il Nobel per la medicina 2023 ha premiato, con l'ungherese Katalin Karikó e lo statunitense Drew Weissman, la tecnologia che ha reso possibili i primi vaccini contro la pandemia di Covid-19, già all'inizio del 2020.
La scoperta, rileva la Fondazione Nobel, ha modificato radicalmente la comprensione di come la molecola di Rna messaggero interagisce con il sistema immunitario. Grazie a questo grande passo avanti, i due vincitori hanno contribuito a sviluppare, "con una rapidità senza precedenti, un vaccino diretto contro una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni".
Katalin Karikó, 68 anni, è la 13esima donna a ricevere il Nobel per la Medicina, il più importante dei numerosi riconoscimenti scientifici che ha finora ricevuto insieme al collega americano Drew Weissman. Insieme, nel 2021, si erano aggiudicati per esempio uno dei premi Breakthrough, noti come gli Oscar della scienza, per la stessa motivazione che oggi è stata annunciata dalla Fondazione Nobel.
Nata nel 1955 in Ungheria, a Szolnok, Karikó ha completato gli studi di dottorato nell'Università di Szeged e nella stessa città ha proseguito gli studi fino al 1985, per poi trasferirsi negli Stati Uniti, presso la Temple University di Philadelphia e poi nella University of Health Science a Bethesda.
Nel 1989 aveva lavorato all'Università della Pennsylvania, dove è rimasta fino al 2013. Quindi il passaggio al privato, come vicepresidente dell'azienda BioNTech Rna Pharmaceuticals.
Dal 2021 ha una cattedra all'Università di Szeged, dove aveva studiato, e una presso la Perelman School of Medicine dell'Università della Pennsylvania.
Weissman, 64 anni, è nato nel 1959 negli Stati Uniti, a Lexington (Massachusetts). Dopo il dottorato all'Università di Boston, nel 1987, ha lavorato nel Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School e poi nei National Institutes of Health. Dal 1997 Weissman lavora presso la Perelman School of Medicine nell'Università della Pennsylvania.