‘Timestalker’ di e con Alice Lowe, brillante storia di un amore impossibile attraverso i secoli
“Preferisco essere una schiava che una lesbica” è questa una delle frasi scioccanti di ‘Timestalker’ di e con Alice Lowe, un film che non risparmia, oltre a battute, sequenze di gran vivacità umoristica, rinverdendo quella comicità senza ritegno che ha fatto grande i Monty Python e, in generale l’humour inglese. C’è una frase della regista che ci ha colpito e che ci aiuta a comprendere un film che ha solo il limite di aver avuto un budget non sufficiente a renderlo ancor più splendido: «Con Timestalker mi sono davvero chiesta: posso permettermi di fare una cosa del genere? Perché nel Regno Unito, soprattutto per le registe, ci sono ancora molti ostacoli che sembrano rendere quasi impossibile realizzare film commerciali».
Il film narra di Agnes (la stessa Alice Lowe) una donna la cui secolare ricerca dell'amore continua a finire in un crepacuore. Partendo dalla Scozia della fine del Seicento, Agnes non può sfuggire alla sua attrazione per la persona sbagliata (Aneurin Barnard) e inciampa ancora e ancora mentre le versioni reincarnate di sé stessa non possono fare a meno di commettere lo stesso errore. E la porta a morire quasi una dozzina di volte, tutte in modo raccapricciante, all’inseguimento dell’uomo che cerca di amare. Un uomo che di volta in volta incontra durante la Rivoluzione francese, nei ruggenti anni Venti dello scorso secolo, nella New York degli anni Ottanta, dove il suo amore è diventato una pop star da sogno per le masse e lei si presenta come una fan del tutto squilibrata. E altre situazioni ancora, con divertenti interruzioni di capitolo, tra epoca ed epoca.
Si tratta di un film che ha dato molto lavoro alla costumista Rebecca Gore e al responsabile di trucco e parrucche Nik Buck, oltre che a Matyas Fekete che ha montato il film. Di gran rilievo la fotografia di Ryan Eddleston ed efficaci le musiche dei Toydrum, elementi questi di cui già Alice Lowe si era servita nel suo film precedente, ‘Prevenge’, passato a Venezia e poi a Toronto. Questo film è stato presentato per la prima volta a Austin al South by Southwest Festival, ed era proprio un film per Piazza Grande.