Arte

Jean Arp, ‘Sono nato in una nuvola’

Per lo scultore, pittore e poeta, fu tema centrale e non più sfondo. La mostra è aperta a Locarno-Solduno fino al 30 ottobre 2022

Anche metafore della vita
2 giugno 2022
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È aperta sino al 30 ottobre 2022 presso lo spazio espositivo della Fondazione Marguerite Arp a Locarno-Solduno la mostra ‘Sono nato in una nuvola - Jean Arp’, a cura di Simona Martinoli. Proprio così – "Sono nato in una nuvola" – scriveva Arp nella poesia ‘Strassburgkonfiguration’ (Configurazione strasburghese, 1932), uno dei suoi numerosi testi dedicati al tema della nuvola, che per l’artista (come anche per Magritte od Oppenheim) è tema centrale, entità in divenire continuo, non più mero sfondo alla pittura di paesaggio. Dalla poesia (tra le sue raccolte più celebri ‘Die Wolkenpumpe’, La pompa delle nuvole, 1920) alle opere d’arte, la nuvola è oggetto di sculture, rilievi e stampe intitolati ‘Coupe de nuage’, ‘Tranches de nuage’ o ‘Palette de nuages’.

Una sezione della mostra è riservata alla nuvola come metafora della vita, quella di Arp stesso segnata dalla presenza delle due mogli, Sophie Taeuber-Arp e Marguerite Arp-Hagenbach. Nell’anno in cui si commemorano i 100 anni dal matrimonio tra Jean e Sophie e i 120 anni dalla nascita della creatrice della Fondazione, l’unione tra omaggi reciproci rivela il profondo legame tra personalità che hanno segnato la storia dell’arte e del collezionismo del XX secolo. In mostra vi sono opere di Jean Arp, Sophie Taeuber-Arp, ma anche di Alexander Calder, Marcel Jean, Frederick Kiesler, Hans Richter.

Durante la stagione espositiva, un’installazione artistica ideata da Nicola Colombo e Monica Sciarini di Studio Nephos, autori di simili installazioni a livello internazionale, è posta nella parte terrazzata del giardino, un appezzamento che sale verso i monti Brè e Cardada. Nuvole di nebbia naturale costituiscono la scenografica coulisse e il fil rouge degli eventi di questo anno speciale. Se nella sala espositiva il movimento delle nuvole è catturato in opere d’arte e testi poetici, all’esterno è privilegiato l’effimero.